Sci di fondo | 13 luglio 2024, 12:30

Federico Pellegrino, in bici tra le Dolomiti per sognare nuove imprese nello sci di fondo

Federico Pellegrino, in bici tra le Dolomiti per sognare nuove imprese nello sci di fondo

Estate, tempo di grandi classiche del ciclismo su strada e sembra che lo sport sulle due ruote stia diventando sempre più di tendenza, negli ultimi anni, tra gli atleti delle discipline nordiche. Dopo aver utilizzato sistematicamente il ciclismo come parte del proprio allenamento a secco per diverso tempo, ora gli atleti, sia del fondo che del biathlon, si dilettano anche a partecipare a qualche gara.

Lo scorso weekend, ad esempio, la punta di diamante del movimento dello sci di fondo azzurro Federico Pellegrino era al via della Maratona dles Dolomites–Enel con la casacca del Team Enervit, appuntamento che ormai rinnova dal 2015; pur considerandola sempre una forma di allenamento, il 33enne valdostano non si è affatto risparmiato, coprendo i 106 km del percorso medio in 4h32’04”.  

Intervistato da Bici.style, il fondista delle Fiamme Oro, ha parlato della sua esperienza con l'evento ciclistico, del rapporto con questo sport e degli obiettivi futuri nella propria disciplina, ponendo l'accento sul sogno più grande: l’Olimpiade casalinga di Milano Cortina 2026 sulle piste ben conosciute della Val di Fiemme.

"È uno degli appuntamenti più importanti dell’estate, sia per l’ambiente che si vive sia come check di preparazione" spiega parlando della corsa nella regione dolomitica Alta Badia "L’obiettivo è quello di fare un bel giro sui quattro passi senza traffico e in cui mettere a punto una strategia. Si tratta di una situazione unica, perché non mi succede tante volte durante l’anno di fare tante ore di intensità e mi permette di provare su di me diverse situazioni."

Da un po' di anni Pellegrino, che confessa di amare molto il Passo Pordoi e il Valparola, opta per il percorso medio, in accordo con il tecnico della Nazionale Markus Cramer

"Mi dice che già che ci sono, meglio che porti a casa un bel lavoro. Abbiamo concordato i ritmi col quale affrontare le salite, senza farmi prendere troppo dalla voglia di competizione. D’altronde, quando si indossa un pettorale, non è facile riuscire a tenersi. Per fortuna, negli ultimi anni di Coppa del mondo di sci di fondo, ho imparato a utilizzare al meglio le gare anche come sorta di allenamento, per cercare di dare il meglio di me."

La bicicletta, come detto, è un mezzo molto amato dagli atleti che in inverno scivolano sugli sci stretti, e "Chicco" non è certo da meno.

"Non faccio tantissimi chilometri ultimamente. Gran parte della preparazione infatti è prevista lontano da casa e in posti in cui la bici non è proprio il mezzo ideale. Però in passato sono arrivato a fare anche 3000 km all’anno. Ovviamente, sappiamo tutti che quando superi i 1.000-1.500 km, le gambe girano meglio e c’è più divertimento. Adesso, invece, ho il problema che i muscoli non stanno dietro al cuore, almeno per quanto riguarda la bicicletta" ha spiegato, aggiungendo però che la Maratona è stato un ottimo lavoro da inserire all'interno della preparazione. Come? Lo illustra lui stesso: "Tenendo il cuore sopra i 150 battiti, ma cercando di non superare mai i 170. D’estate arrivo anche ai 200 in certe sessioni, per cui così è già un buon range tra zona 2 e inizio zona 3, da gestire bene anche sui passi. Alla partenza, l’adrenalina è alta per la sveglia al mattino presto, il pettorale, il silenzio, gli elicotteri. Pur avendola già fatta tante volte e sapendo cosa mi aspetta, l’emozione resta grande. Col passare dei chilometri le gambe iniziano a calare, ma il cuore e il fiato hanno mantenuto una buona capacità di prestare."

Oltre all'allenamento, la bici rappresenta anche un modo per trascorrere del tempo in famiglia, con sua moglie Greta Laurent e il piccolo Alexis che, in un contesto familiare come quello della famiglia Pellegrino/Laurent, potrebbe seguire ben presto le orme dei genitori.

"Più che altro io corro e loro mi seguono in bici. Anche nel weekend della Maratona, il sabato io ho fatto il mio allenamento podistico e Greta portava Alexis col seggiolino. E’ un bellissimo modo che hanno per starmi vicino e per passare più tempo insieme. Greta la Maratona l’ha corsa, questo ambiente lo conosce bene ed è sempre un piacere anche per lei esserci. Abbiamo portato il piccolo a vedere la Maratona for Kids e chissà che in futuro anche lui possa iniziare a divertirsi facendo sport."

Conosciamo il poliziotto di Nus come un grande perfezionista, sempre attento alla ricerca negli sport di fatica, non solo quelli invernali. Il ciclismo, naturalmente, è in prima linea, con le analogie dal punto di vista dello sforzo fisico sia dell’integrazione. Diversi suoi protagonisti possono essere presi d'esempio, anche se un confronto diretto non è sempre facile visti gli sforzi prolungati delle corse a tappe, non paragonabili con quelli dello sci di fondo

"Subisco in maniera positiva gli effetti nella tecnologia alimentare, perché l’Equipe Enervit mi riporta i feedback dei suoi atleti di punta in tutte le discipline. Nello specifico, pur essendo molto curioso, non ho mai avuto un confronto diretto con Pogacar o altri ciclisti. Però ci sono anche tante analogie ed è bello trovarle. Mi piacerebbe passare un’ora con Tadej, perché mi sembra un ragazzo molto simpatico, alla mano e divertente. Per esperienza, dico che una buona componente della riuscita dal punto di vista della prestazione è direttamente proporzionale al grado di felicità che l’individuo ha. Mi intriga quel ragazzo e anche lui e Urska sono una coppia sportiva come me e Greta."

Infine, naturalmente, Pellegrino torna a parlare della sua disciplina, lo sci di fondo, e del modo in cui, negli ultimi anni, riesce a spaziare nei format più contrapposti, dalla sprint alla 50km; il segreto, anche se può sembrare facile a dirsi, è tutto nella mente.

"È un passaggio a livello mentale. Mi sono posto come obiettivo la 50 km, una gara lontana dalle sprint che mi hanno caratterizzato per tutta la carriera. È un’assunzione di consapevolezza del potenziale che posso esprimere. Anche in virtù di quanto ho già espresso col decimo posto ai Mondiali di Planica del 2023 poi col settimo della passata stagione nella mitica gara di Holmenkollen. Sono quegli elementi che servono a dare benzina alla fiamma che ho dentro e a migliorarmi sempre di più. Fino a dove mi porterà non lo so, sicuramente nel 2026 il programma olimpico prevede la 50 km in tecnica classica. Ad ora non ho ancora definito i programmi per il futuro, ma sicuramente è una grande opportunità da non perdere. Intanto mi alleno, mi piace farlo, vedremo nei prossimi tempi."

 

 

Federica Trozzi