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Sport&Life – Dodici tesi sul fondo: “Correlazione frequenza-prestazione”, la tesi di Mattia Bosin

Dodici istruttori nazionali di sci di fondo presentano dodici tesi legate al mondo dello sci. In questa piccola rubrica, Fondo Italia dà spazio alle idee di dodici neo istruttori (promossi durante l’ultimo master a novembre 2023), che presentano la propria tesi, elaborata in occasione degli esami conclusivi. Dal rapporto tra sci e social media, all’insegnamento della disciplina nelle lingue straniere, passando per l’importanza dello skiroll nell’allenamento, fino ad arrivare alla correlazione tra sport e disabilità: sono molti i temi trattati nei 12 “project works”, pubblicati con cadenza settimanale fino al 29 agosto. A presentare il proprio lavoro è Mattia Bosin, che di seguito introduce la sua tesi intitolata "Correlazione frequenza-prestazione"


Metodo: 6 atleti fondisti italiani di buon livello nazionale ( 3 maschi e 3 femmine) hanno eseguito una batteria di test condizionali da campo . Successivamente sono stati proposti 2 test con skiroll in scivolata spinta (DP) e  pattinaggio con doppia spinta (V2) su tratti di strada asfaltata di 200 mt.
Protocollo:  Test condizionali da campo ( jump test, sit up test e lancio palla medica 5 kg da posizione seduta ).  Test Intensità Incrementale a pendenza costante 6% denominato T.I.I.C. (tecn.classica) e T.I.I.P. (tecn. di pattinaggio) svolto ad intensità L2 (soglia aerobica), L3 (ritmo medio), L4 (soglia anaerobica) e L5 (massimale) con recupero tra le prove di 3 minuti. Ad ogni prova è stato chiesto agli atleti di dare un valore di affaticamento percepito con scala RPE 6-20. Rilevati tempi di percorrenza, numero di appoggi dei bastoncini e immagini video per il solo test in tecnica classica. Al termine del test T.I.I. rispettati 15 minuti di recupero. Test Intensità Massimale denominato T.I.M.C. (tecn. classica) e T.I.M.P. (tecn. pattinaggio). Prima prova in salita ripida (10% pendenza) intensità L5 e seconda prova su un tratto pianeggiante intensità L5. Ad ogni prova è stato chiesto agli atleti di dare un valore di affaticamento percepito con scala RPE 6-20. Complessivamente sono stati ricavati 4 test ciascuno su terreno a pendenza fissa 6% e 3 test massimali su pendenze diverse recuperando l’ultima prova a L5 su pend 6%.
Indagini condotte: velocità di avanzamento e ritmo esecutivo del gesto in entrambe le tecniche (sp/min), scomposizione dei tempi di contatto dei bastoni e fase aerea all’interno del ciclo DP nel test T.I.I.C. e determinazione in termini percentuali di fase di spinta e fase aerea dello stesso movimento. Comparazione nei vari test da campo dei parametri di velocità d’avanzamento (m/s) e frequenza di spinta (sp/min). Correlazione tra performance e misure relative alla potenza arti superiori, arti inferiori e addominali.
Risultati: 1) Nel test T.I.I. l’aumento della velocità di avanzamento corrisponde ad un aumento di frequenza di movimenti (R=>0,97 maschi, R=>0,98 femmine). Per tutti vi è un rapporto lineare di incremento di ritmo e velocità fino al L4 ma nel successivo step a L5 si nota un maggior aumento del ritmo rispetto alla velocità. Le atlete femmine con l’aumento dell’intensità, diminuiscono in % i tempi di contatto dei bastoni in rapporto alla durata della spinta, per i maschi il dato è discordante. Per tutti si nota come V2 produca maggiore velocità rispetto a DP in tutti i test ma nel test T.I.I. la differenza sia maggiore negli step massimali ( Δ maschi 6,41%, Δ femmine 2,73%) . Sempre nel test T.I.I. i maschi hanno un ritmo esecutivo maggiore a L2 e L3 con V2 rispetto a DP, mentre in L4 e L5 è maggiore il ritmo in DP. Le femmine hanno lo stesso comportamento dei maschi ma l’inversione di tendenza si denota solamente a intensità L5. Nei test T.I.M. i maschi mediamente raggiungono i ritmi esecutivi più alti su pend 6% mentre su terreno pianeggiante hanno il ritmo esecutivo più basso. Le atlete femmine mediamente raggiungono i ritmi esecutivi più alti a pendenza 0% e ritmi più bassi su terreno ripido su pend 10%. Nei test T.I.M la frequenza di movimento non è correlata con la velocità di avanzamento per soggetti maschi. Tutte le misure relative a forza addominali, lunghezza balzo da fermo nonché lancio della palla medica 5 kg sono correlate in modo significativo con tutte le performance e tecniche espresse con gli ski roll sui 200 mt.
Conclusioni: i soggetti con caratteristiche esplosive generano maggiore velocità su ski roll in tratti di 200 mt. I soggetti maschi presi in considerazione hanno un comportamento dissimile dalle femmine relativamente a ritmo esecutivo su terreno pianeggiante. Si deduce che il genere femminile debba incrementare nel limite del possibile la potenza muscolare anziché la forza. Nei test su pendenza constante la variazione di velocità implica un aumento di potenza espressa fino ad un livello sub-massimale, ma al massimo impegno vi è una predominanza di ritmo. Tale fenomeno si riscontra nel confronto di V2 con DP su pend 6% dove considerando il ritmo esecutivo emerge che fino a quando è possibile erogare più potenza, il ritmo esecutivo in DP rispetto a V2 conserva una ragionevole differenza, ma ad intensità massimali la frequenza di movimento in DP supera V2 complice il fatto che in tecnica classica con il solo ausilio dei bastoncini non è possibile incrementare la forza (potenza) e si ripiega su un aumento del ritmo esecutivo. Le espressioni di potenza misurate con modalità da campo in esercitazioni di carattere generale hanno una correlazione quasi massimale con le prestazioni con ski roll sulla distanza di 200 mt. CLICCA QUI, per consultare il programma di pubblicazione delle tesi

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