Lo scorso sabato il biathlon transalpino era presente con la sua élite alle gare della Marathon du Mont Blanc, celebre evento di trail running alle pendici del Re delle Alpi. E non ha affatto sfigurato: mentre Julia Simon è salita sul podio la 10km, Anaëlle Bondoux ha vinto lo storico formato da 23km. Presente al via di questa gara anche Émilien Jacquelin che, benché non abbia trovato un risultato di rilievo, ha tagliato il traguardo in 23esima posizione, è riuscito comunque a migliorare il suo rispetto alla precedente edizione, impiegando otto minuti in meno per chiudere la sua gara.
"La durata massima del mio sforzo è di solito di 45 minuti. Quindi la parte più difficile è, a livello muscolare, tra l'ora e l'ora e mezza, poi vado oltre e recupero le mie qualità di resistenza. La mente mi aiuta, riesco a mantenere la calma anche quando è difficile" ha raccontato a Trails Endurance al termine della gara.
Potrebbe di primo acchito sembrare strano che degli atleti impegnati in uno sport tanto impegnativo come il biathlon, che richiede un doppio allenamento tra parte sciata e tiro, vogliano sperimentare una disciplina come il trail running, che richiede sì resistenza, ma anche tanta attenzione nell'affrontare i percorsi di montagna. Il due volte campione del mondo però trova che sia una scelta del tutto naturale all'interno del proprio percorso di preparazione estiva.
"Come biatleta, facevo trail running molto prima che si chiamasse trail running. Faccio un po' di corsa come parte del mio allenamento, spesso in montagna, quindi la novità sta solo nel gareggiare e avere un pettorale. Poi penso che ci sia anche la dimensione motivazionale, diversa dal mio sport e allo stesso tempo molto complementare. Ammettiamolo, non c'è modo migliore della corsa per lavorare sul proprio corpo. Non si può barare, non si può riposare. Nello sci c'è molto sforzo fisico, certo, ma ci sono anche molte fasi di rilassamento e di scivolamento."
Nel trail running, ammette il transalpino, sta cercando un nuovo approccio per migliorarsi ulteriormente, visto che ha partecipato alla competizione nel bel mezzo di un ciclo di volume e il lunedì successivo avrebbe poi raggiunto la Nazionale in ritiro: "L'obiettivo è quello di lavorare in modo un po' diverso, credo che la corsa, soprattutto in montagna, possa aiutare molto la mia capacità di VO2 max per affrontare bene le salite in inverno."
Infine, e questo è un aspetto di certo non secondario, la Maratona del Monte Bianco è anche un'opportunità, in collaborazione con i suoi sponsor, "di fare qualcosa di diverso dal biathlon, perché siamo amanti dello sport prima di tutto".