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Biathlon – La Nazionale francese femminile spinge sull’acceleratore in ottica Olimpiadi, il tecnico Burdet: “Una logica orientata all’altitudine”

Più di quattro mesi separano i biatleti dalla prima tappa di Coppa del Mondo a Kontiolahti (Finlandia), ma le squadre, con l’arrivo del mese di luglio, entrano più o meno rapidamente nel vivo della preparazione. Quella francese non fa assolutamente eccezione; in particolar modo la squadra femminile, che quest’anno ha messo in programma un allenamento ad un’altitudine maggiore più intensivo per le quella che, nella scorsa stagione, si è dimostrata la compagine di più alto livello nella maggiore competizione del biathlon internazionale.
"Il lavoro pesante della preparazione è iniziato" ha confermato Cyril Burdet ai microfoni di Ski Chrono "Abbiamo iniziato lentamente a maggio, in modo piuttosto indipendente, con solo un piccolo gruppo attorno alla preparazione fisica ad Aix-les-Bains. Da lì, a partire da Prémanon, abbiamo davvero iniziato il grosso della preparazione e ci incontreremo a Vassieux per riprendere tutto l’intenso lavoro previsto."
Il lavoro in quota, almeno per questa stagione, non sarà uguale per tutti.
"La metà del gruppo ha scelto un’opzione di ipossia leggermente più pesante rispetto allo scorso anno" ha spiegato il tecnico savoiardo, partando evidentemente di Julia Simon, Lou Jeanmonnot, Sophie Chauveau e Gilonne Guigonnat che nelle scorse settimane sono state viste sciare sul ghiacciato della Grande Motte a circa 3000 metri s.l.m "È per questo motivo che si è recato a Tignes per prolungare un ciclo di ipossia iniziato a Prémanon"
La decisione di premere l’acceleratore sulla preparazione e spingersi ancora oltre da parte dello staff francese arriva naturalmente dopo i risultati incredibili dello scorso inverno, e la convinzione che le atlete possano ottenere ottimi risultati, anche in ottica Olimpiadi.
"Si tratta di un’evoluzione di ciò che abbiamo fatto l’anno scorso, quando avevamo un carico moderato. Alcune delle atlete più esperte, che lo desideravano, hanno deciso di fare un po’ di più in vista dei Giochi Olimpici. Questo è l’ultimo anno per provare qualcosa di nuovo!»
Per queste ragioni Justine Braisaz-Bouchet,  Océane Michelon e Jeanne Richard, invece, hanno optato per un allenamento più leggero, con motivazioni differenti.
"Justine non sta portando avanti il ​​progetto sull’ipossia per ragioni più personali e sta lavorando su altri aspetti. Le meno esperte e nuove arrivate, Océane e Jeanne, preferiamo preservarle quest’anno facendo loro ripetere il programma dell’anno scorso."
Una filosofia di lavoro diversa da quella che, contemporaneamente, sta esprimendo Simon Fourcade, che guida la squadra maschile e non ha messo necessariamente l’allenamento in quota al centro del suo progetto; del resto, però, i due gruppi venivano da una stagione vissuta in maniera totalmente opposta e con necessità diverse in vista dell’inverno.
“Con Simon (Fourcade) abbiamo iniziato con logiche di preparazione leggermente diverso. Io ho voluto rimanere in una logica orientata all’altitudine con scelte di luogo di allenamento che corrispondessero a quella, mentre lui ha privilegiato altri aspetti."
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