Harald Østberg Amundsen si è lasciato alle spalle una stagione di incredibile: il fondista di Asker ha vinto sia il Tour de Ski che la Coppa del Mondo assoluta. Nonostante il numero di vittorie non sia stato schiacciate, al contrario di quello del compagno di squadra Johannes Høsflot Klæbo, il 25enne - grazie anche al regolamento - ha potuto mettere nel mirino la vittoria della Sfera di Cristallo puntando tutto sulla regolarità, e partecipando a tutte le 33 gare di Coppa del Mondo durante la stagione (fatto non secondario in una stagione lunga e con una trasferta transoceanica). Pur se le difficoltà fisiche non sono mancate, Amundsen ha potuto così scrivere il suo nome nell'Albo d'oro dei vincitori con nomi del calibro di Alexander Bolshunov, Johannes Høsflot Klæbo, Martin Johnsrud Sundby, Dario Cologna e Petter Northug, solo per citare i nomi dei dominatori degli ultimi 15 anni.
Quando il suo nome è esploso, poco prima dei Campionati del Mondo di Oberstdorf nel 2021, Amundsen era uno specialista della tecnica libera: oggi, grazie al duro lavoro, può definirsi un atleta completo, riuscendo a salire sul podio sia nelle sprint che nelle gare distance, sia in classico che a skating. Tuttavia, alla vigilia dei Mondiali di casa a Trondheim, il norvegese crede, anche a seguito di una stagione molto difficile fisicamente, che sia arrivato il momento di fare una scelta, nonostante sia un dubbio che, ammette, gli fa venire il mal di testa.
"Quest'anno sarà probabilmente diverso. Si tratterà di partecipare ai Mondiali e di correre il maggior numero possibile di distanze" ha spiegato Amundsen a Dagbladet; anche se il piano definitivo non è ancora stato messo a punto, il vincitore in carica della Coppa del Mondo ha riflettuto a lungo sulla situazione: "Quando inizierà la stagione, si tratterà di scegliere le gare più importanti e di puntare tutto su alcune. Dovrò capire quali sono le gare più importanti in vista dei Campionati del Mondo. Spero davvero di fare la 50 km e lo skiathlon ai Campionati del Mondo. Per il momento, devo lavorare sulla 10 chilometri in classico e sulla sprint."
A differenza del compagno di squadra Pål Golberg, Amundsen non ha intenzione di scartare un format di gara a priori, rinunciando per principio, ad esempio alle sprint: preferisce, al contrario, un approccio ampio e aperto.
"Uno sprint a squadre, come quello che ho fatto l'anno scorso, potrebbe essere un format che mi si addice molto. Allo stesso tempo, è in classico e Erik (Valnes) e Johannes (Høsflot Klæbo) sono di alto livello" ha spiegato "Potrei fare un salto di qualità all'improvviso e (un format) diventerebbe rilevante. Devo essere pronto. All'inizio della stagione, farò diverse uscite e vedrò cosa sarà più utile. Quando (il Mondiale) inizierà ad avvicinarsi, potrei dover rinunciare alle sprint, ad esempio."
I requisiti per fare bene, così come l'intelligenza per capire cosa è meglio per sé, Amundsen ha dato prova, nell'ultimo inverno, di averne in abbondanza, soprattutto se, come in questo caso, si tratta di scegliere se fare qualche gara in meno e tornare a casa con delle medaglie o fare tutte le gare e andar via da Trondheim a mani vuote.