Sci di fondo | 30 giugno 2024, 07:00

Sci di fondo - Jessie Diggins, l'importanza di una sfida "stupida" per ricaricarsi e sfidare i propri limiti

Sci di fondo - Jessie Diggins, l'importanza di una sfida "stupida" per ricaricarsi e sfidare i propri limiti

Tutti hanno bisogno, di tanto in tanto, di prenderci una pausa dal lavoro e fare qualcosa che ci pone davanti una sfida. Se però le sfide contro sé stessi sono il proprio pane quotidiano, come nel caso di un atleta di professione, cosa può esserci come diversivo dalla routine per aiutare la mente a rilassarsi e a trovare nuove energie? 

Una risposta può farla Jessie Diggins che ha inventato, per uscire dagli schemi, una sfida, ormai annuale, che ha soprannominato "the big stupid", il grande stupido: si tratta di un evento, una manifestazione, scelta tra tante offerte negli affollati calendari estivi delle attività outdoor, che possa coinvolgerla fisicamente e mentalmente a tal punto da farle dimenticare lo sci di fondo per qualche ora.

A Fasterskier, Diggins ha raccontato la storia di questa personale tradizione, che si rinnova ormai di anno in anno.

"Il motivo per cui amo queste grandi avventure è che riempiono la mia anima in un modo diverso. Mi mettono alla prova e mi costringono a spingermi a fondo e a vedere come affronto le sfide quando si presentano. Quando si corre per dieci ore, si possono avere dei momenti di sconforto. Voglio vedere cosa mi dico in questi momenti, come li supero e come uso ciò che imparo nelle gare di sci. Quando partecipo a questi eventi imparo molto su di me e faccio crescere la mia mente."

In quanto sfide estreme, che al contempo però devono lasciare qualcosa oltre all'esperienza folle in sé, i big stupid avere delle caratteristiche precise.

"Deve essere qualcosa che sento mi metterà alla prova. Alcuni anni è stato uno skiroll di 100 chilometri, un anno è stata la Presidential Traverse (un'escursione di 18,5 miglia nelle White Mountains del New Hampshire, ndr). Tendono a diventare sempre più grandi e stupidi man mano che invecchio e ho più allenamento alle spalle. Ma voglio dire che sono aumentati gradualmente e li ho sempre fatti in un modo in cui sentivo di essere al sicuro. Anche se voglio sfidare me stessa, non voglio mettere a repentaglio la mia carriera sciistica.

Quest'anno la scelta è caduta sulla Broken Arrow Skyrace, una corsa in montagna che si è svolta lo scorso 22 giugno. La gara, che si svolge a Palisades Tahoe, vicino al lago Tahoe, in California, presenta tratti molto ripidi con pendenze che raggiungono il 30%, enormi dislivelli e raggiunge circa 2700 metri di altitudine. È una sfida importante anche per i corridori più esperti, che ha visto nella sua categoria ben 13 partecipanti ritirarsi, ma la detentrice della Sfera di Cristallo, che avrebbe dovuto compiere 46 chilometri in 2 giri, ha aggiunto un giro per un totale di 69 chilometri. Di certo, una delle prove più dure. 

"Penso che sia stata la più dura. È stata la distanza più lunga che abbia mai percorso. Sono stati 4.000 metri di salita, che di sicuro sono stati più di quanto abbia mai fatto. Ho corso per dieci ore in passato... ma questa è stata probabilmente la più dura che abbia mai fatto."

Cosa la spinge ad affrontare queste prove? Forse un senso di realizzazione?

"Quando scio è tutta una questione di dover andare molto veloce... ci sono molti occhi puntati su di me, e ci sono pressione e aspettative, e tutto dipende da quanto velocemente puoi farlo. Non mi chiedo mai se riuscirò a finire questa gara di 10 km. Con il mio “big stupd” l’obiettivo è solo finire. Perché farlo è di per sé impegnativo. Mi piace davvero. Adoro mettermi alla prova in una modalità che non è il "mio sport". Lo trovo davvero soddisfacente."

Federica Trozzi