Nella giornata di giovedì 27 giugno, la sede di uno degli sponsor della Nazionale francese di biathlon ha organizzato per clienti e partner la visita privata del truck di sciolinatura delle squadre di Coppa del Mondo. A margine di questo evento SkiChrono ha incontrato Stèphane Bouthiaux, dt della squadra francese, per fare un punto sulle sue squadre mentre la preparazione estiva entra nel vivo.
"Tutti gli indicatori sono positivi. Non ci sono infortuni e gli atleti hanno recuperato bene dalla scorsa stagione. C'è voglia di fare" riassume il dt transalpino parlando del lavoro che gli atleti stanno hanno fatto in queste settimane.
Facendo invece un passo indietro allo scorso inverno, non si può non notare la discrepanza di risultati tra uomini e donne. In entrambe le squadre c'è da lavorare tanto seppur in direzione opposta: da un lato bisogna invertire la spirale negativa, dall'altro mantenere anche in questo periodo senza competizioni lo stato di grazia che ha portato quasi tutte le atlete della squadra ai vertici della Coppa del Mondo nel corso della stagione.
"In campo maschile abbiamo avuto un inizio di stagione lento, anche se i ragazzi avevano grandi ambizioni. Per una serie di motivi, non ha funzionato e la spirale negativa si è innescata senza che ci fossero problemi. Non erano male, ma non erano dove volevano essere. I dubbi hanno cominciato a insinuarsi... ma vorrei congratularmi con loro per la reazione che hanno avuto durante la stagione. Non si sono arresi e hanno disputato una grande Coppa del Mondo e un ottimo finale di stagione. Dobbiamo capitalizzare su questo..." ha detto Bouthiaux "(per le donne) poiché i posti sono limitati, in questo gruppo c'è una naturale emulazione e automotivazione. È stimolante per le dinamiche"
Il biathlon francese ha però un altro motivo, in ottica futura, per poter affrontare la stagione calda con il sorriso. Grazie ai miglioramenti nella situazione finanziaria della Federazione, è stato possibile tornare a dedicare risorse alla formazione dei biatleti più giovani.
"Non abbiamo una vera e propria squadra juniores francese, ma è la stessa cosa: due allenatori, due veicoli e 70 giorni di allenamento. Partiamo con giovani che sono appena passati dall'EYOF o dai Campionati Mondiali Giovanili e che sono stati ben formati dai comitati. È una grande boccata d'aria fresca. Questa è la generazione su cui potremo contare per il 2030, e non possiamo permetterci di perderla. È l'unico modo per recuperare spessore tra i ragazzi e creare un senso di competizione simile a quello che sta accadendo con le donne (in Coppa del Mondo)."