Combinata | 27 giugno 2024, 13:05

Combinata Nordica - Crisi economica, la Nazionale americana interrompe la cooperazione con la Norvegia

credits - Annika Malcinski/Instagram

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La Nazionale americana di Combinata Nordica non ha abbastanza fondi per portare avanti la collaborazione avviato con la Nazionale norvegese; ad annunciarlo la stessa Federazione americana in un comunicato stampa, come riporta l'emittente nazionale norvegese NRK.

Lo scorso autunno era emerso che la Nazionale a stelle e strisce aveva stretto un accorto con quella norvegese affinché gli atleti statunitensi potessero crescere, lavorando fianco a fianco dei migliori campioni della disciplina, con l'obiettivo non solo di far migliorare gli atleti sul campo ma anche di risvegliare e aumentare l'interesse per questo sport in Nord America.

Non è insolito in uno sport come la combinata, dove ci sono realtà molto piccole con pochissimi praticanti e fondi altrettanto ridotti, che le squadre uniscano le forze; la nazionale norvegese di combinata ha già collaborato in passato, ad esempio, con Estonia e Kazakistan.

"L'obiettivo generale di ciò che stiamo facendo con gli Stati Uniti è di portarli al top e di garantire che ci sia interesse per gli Stati Uniti. Gli Stati Uniti sono un mercato molto importante per il CIO, quindi la nostra idea è di aiutare gli americani a diventare il più bravi possibile" aveva detto il DT della combinata norvegese Ivar Stuan a novembre all'agenzia di stampa norvegese NTB, ammettendo di temere un calo di interesse per questo sport.

In aprile, tuttavia, alla squadra americana è stato comunicato di dover trovare 150.000 dollari, per poter continuare a lavorare con la Federazione Norvegese di Sci per la prossima stagione. La raccolta fondi, stando a quanto dichiarato dalla Nazionale statunitense è stata però "di gran lunga inferiore all'obiettivo".

Una notizia di certo non favorevole alla causa della combinata nordica che nel 2026 si troverà ad essere l'unica disciplina alle Olimpiadi senza competizioni femminili e rischia fortemente, per il futuro, di perdere il proprio status di disciplina olimpica se il movimento non dimostrerà di essere cresciuto sia in termini di base dei praticanti che di pubblico.

Federica Trozzi