Anne Kjersti Kalvå ha mostrato il volto più bello della Norvegia "post-Johaug", capace di salire sul podio dei Campionati del Mondo di Planica del 2023 in tre occasioni e tornando a casa con due argenti (nella 30 km e nella team sprint) e un oro nella staffetta femminile. Era entrata nella scorsa stagione pronta e carica per confermare quanto di buono fatto vedere nella stagione 2022/23, per dare continuità e spessore ad una squadra femminile alla ricerca di nuovi di peso; qualcosa però è andato storto.
Quest'oggi, il tabloid norvegese VG, ha pubblicato un'intervista alla 32enne che si è aperta sui problemi che l'hanno tormentata lo scorso inverno, ma che sono in realtà stati la conseguenza di un'estate al limite quando, invece di riposare adeguatamente, ha iniziato ad andare forte fin da subiti.
"Ero così ansiosa di fare il passo successivo. Sono diventata troppo magra e mangiavo troppo poco. Insieme al troppo allenamento e alle altre cose che facevo, sono diventata una specie di macchina che doveva solamente andare avanti" ha raccontato "Ha funzionato finché non sono comparsi gli infortuni e le cose sono diventate più pesanti. Ne paghi le conseguenze solo qualche mese dopo. Ma a quel punto hai già fatto il passo più lungo della gamba".
Oggi l'atleta di Lundamo può sorride, il suo corpo sta finalmente tornando a collaborare e cerca di non pensare troppo a come sia potuto succedere anche se conferma una certa dose di responsabilità.
"È sicuramente colpa mia. Sono responsabile di me stessa. Tuttavia, è stata una tendenza comune a molti membri della squadra quella di spingere troppo. Io ero troppo impaziente. Ora possiamo stare qui a dire perché non ce ne siamo resi conto, perché gli allenatori non se ne sono resi conto. Ma è difficile da capire. Quindi dobbiamo imparare da questo. Oggi ridiamo di quanto abbiamo lavorato duramente durante lo stesso raduno dell'anno scorso."
Quelli del peso e dell'alimentazione sono argomenti tutt'oggi ancora difficili da trattare pubblicamente per molte atleti d'élite, soprattutto negli sport di resistenza, benché qualcosa si stia effettivamente muovendo e diverse "star" dello sport, a partire dalla fondista Jessie Diggins, cercano di rimuovere lo stigma che esiste attorno ai disturbi del comportamento alimentare tra gli sportivi. Kalvå, al canto suo, non trova difficile parlare di peso e risultati: dal suo punto di vista, il peso ottimale non si traduce con l'essere il più leggero possibile e sottolinea di non aver cercato consapevolmente di mangiare di meno.
"Non ho problemi a parlarne. Il peso è un fattore decisivo nel nostro sport. Ma il peso ottimale non è il più sottile e leggero possibile. Bisogna avere potenza e resistenza in quello che si fa. Bisogna essere in grado di sopportare l'allenamento, rimanere in salute. Sono felice di essere in grado di capirlo, altri che ci riescono. Ma posso essere onesta: ho oltrepassato i limiti e sono diventata troppo magra troppo presto" ha detto a a VG "credo di aver semplicemente messo i paraocchi. Si è così impazienti che non ci si rende conto che bisognerebbe assumere molte più calorie."
La conseguenza evidente, pur stringendo i denti e dando il massimo ogni fine settimana, è stata che i risultati sono stati pessimi. Importante, soprattutto dal punto di vista mentale, è stato però riuscire a salire sul podio a fine stagione, durante la finale della Coppa del Mondo a Falun. Ora, in vista della prossima stagione e dell'importante appuntamento con i Campionati del Mondo a Trondheim, la Nazionale norvegese ha dimostrato di aver imparato la lezione e ad ogni raduno ha il supporto medico e un nutrizionista necessari, concentrando ben più attenzione al recupero degli atleti come ha dimostrato la scelta di rimandare a casa Heidi Weng per permetterle di riprendersi al meglio.