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Biathlon – Antonin Guigonnat racconta l’esperienza nella squadra B: “Ho sempre manifestato un bisogno di libertà e sento di averla ottenuta quest’anno”

Antonin Guigonnat è stato escluso in questa primavera dalla squadra francese di Coppa del Mondo per finire della squadra B, in un gruppo eterogenero di cui fa parte anche un altro atleta di esperienza come Emilien Claude. Entrambi non hanno soddisfatto, nell’inverno passato, le aspettative dei tecnici, che hanno ritenuto opportuno "retrocederli" in un gruppo in cui poter lavorare ad un livello più adatto alle loro esigenze e senza pressioni. 
Nel corso dell’ultimo raduno, però il veterano della squadra francese grazie alle sue 33 primavere, ha ritrovato i suoi compagni di Coppa del mondo. A Ski Chrono ha condiviso le sue sensazioni su questa scelta da parte della Federazione che, nelle parole del dt Stéphane Bouthiaux, a maggio aveva definito la carriera del transalpino come "in una parabola discendente".

“Dopo i risultati della scorsa stagione, pensavo di dovermi giocare ancora un posto per le prime tappe di Coppa del Mondo, ma non consideravo affatto di non far parte del gruppo A, perché la scorsa stagione sono stato il quinto francese in assoluto. Avevamo programmato di fare una videoconferenza noi sette della squadra ad aprile assieme agli allenatori e quando mi sono collegato mi hanno detto che non sarei stato con loro. Simon (Fourcade) voleva partire con un gruppo di sette, non voleva una squadra di cinque elementi."
Una decisione che lo ha colpito personalmente e gli ha fatto male.
"È irritante. Nemmeno un anno e mezzo fa ho cambiato in testa la staffetta del Mondiale e poi l’abbiamo vinta. Non ho avuto una brutta stagione, sono stato campione d’Europa, ho ottenuto risultati in Coppa del Mondo."
Ora però, a qualche mese di distanza, riesce a vederne i lati positivi.
“Ho meno aspettative, sto con i giovani, è tutto più rilassato. Ho sempre manifestato un bisogno di libertà e sento di averla ottenuta quest’anno. Sono seguito da due allenatori (Louis Deschamps e Bastien Moretti, ndr) al primo anno da allenatori della federazione, che sono super coinvolti, portano tante cose e sono attenti. Sono contento del sistema che abbiamo in questo gruppo. Siamo meno pubblicizzati, abbiamo meno bisogno di prestare attenzione alla nostra immagine, abbiamo più i piedi per terra e ci concentriamo sull’essenziale. Mi fa sentire bene e penso che questa tranquillità farebbe bene a tutti i ragazzi del mio vecchio gruppo"
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