Sci di fondo - 17 giugno 2024, 10:00

Sci di fondo tutto l'anno nel Parco dell'Etna: il progetto illustrato da "Nuccio" Fontanarosa, presidente del Collegio Maestri di Sci Siciliano

Una pista da fondo all'interno del Parco dell’Etna, che permetterà di sciare tutto l’anno. È questo l’avveniristico progetto promosso dal Collegio Maestri di Sci della Sicilia, che nei prossimi mesi porterà alla costruzione di una vera e propria pista da sci di fondo “del futuro” – a cui si affiancherà anche una zona adibita allo sci alpino – al centro del Comune di Linguaglossa, in provincia di Catania. Il materiale che permetterà a tutto questo di diventare realtà si chiama "Neveplast" (così come la ditta che lo produce) ed è una plastica concepita appositamente per permettere allo sci di scivolare, dando sensazioni affini a quelle che si provano nello sciare sulla neve. L’obiettivo è chiaro: sciare il più possibile, dando così una spinta alla crescita dello sci di fondo in Sicilia.

A promuovere il progetto, che per dimensioni e per valore aggiunto per il territorio dove sorge rappresenta un atto pionieristico, il presidente del Collegio Maestri di Sci della Sicilia Sebastiano “Nuccio” Fontanarosa (anche a capo del Comitato FISI Siciliano), in prima fila nella promozione di questo nascente polo sportivo dedicato allo sci. Raggiunto da Fondo Italia, Fontanarosa illustra la filosofia e l’idea di sviluppo che stanno alla base del progetto e traccia un piano d’azione ipotizzando le tempistiche di realizzazione.

 

Come nasce il progetto di una pista da fondo in Neveplast a Linguaglossa?

“Questo progetto nasce da un’idea del Collegio Regionale dei Maestri di Sci della Sicilia, il quale ha scelto di investire per cercare di avviare più persone al mondo del fondo e dello sci alpino, in un momento in cui la neve scarseggia. Ci sembrava un bel modo per avvicinare allo sci tutte quelle persone che si sono un po’ allontanate da questo mondo, considerando che è da due anni che in queste zone non sciamo più. Per questo volevamo creare qualcosa che avesse un significato dal punto di vista dell’allenamento, ma anche dell’avviamento allo sci nelle scuole. Tutto quello che può servire a far innamorare la gente della montagna e dello sci di fondo in particolare”.

Come sarà strutturata la pista?

“Sarà un centro adibito agli sport invernali, la cui gestione sarà in mano ai maestri di sci in collaborazione con la Federazione Italiana Sport Invernali. Sarà un mini centro federale che rappresenterà qualcosa di inedito in Italia: una pista da fondo di 400 metri e una pista da sci alpino di 75 metri con tapis roulant. Non è come sciare sulla neve, ma è molto simile: abbiamo previsto un binario di 100 metri, che permetterà – grazie ai 4 metri e mezzo di larghezza della pista – di praticare sia la tecnica classica che la tecnica libera”.

Qual è lo stato dei lavori e quando si prevede di rendere la pista operativa?

“Abbiamo già avviato i lavori comprando il terreno e l’immobile, che era antico. Abbiamo sistemato il terreno perché era un noccioleto e l’abbiamo messo in piano. Adesso aspettiamo l’autorizzazione per iniziare ufficialmente la costruzione. Abbiamo già i preventivi e siamo pronti a partire, manca solo l’autorizzazione del Genio Civile, della Sovrintendenza e del Parco dell’Etna. Prima dell’inverno pensiamo di riuscire ad attivare per lo meno la pista di fondo. Il progetto è di aprire il fondo per dicembre 2024 e poi completare con lo sci alpino”.

Chi si servirà della pista?

“Tutti potranno sciare. Le scolaresche potranno attingere, invece di prediligere sempre il calcio. A tal proposito creeremo degli stage con le scuole in modo che anziché portare i ragazzi a giocare a pallavolo potranno andare a sciare. Anche a livello mediatico potrebbe essere un atto principe, per aprire la strada a quello che sarà lo sviluppo futuro di questo materiale”.

Come si lega il progetto alla crescita del territorio, anche in termini di opportunità per i maestri di sci?

“Diventerà un punto di partenza per lo sviluppo turistico di un territorio e per la diversificazione del lavoro dei maestri di sci. Con sempre meno neve, soprattutto sull’Appennino, è un modo per ampliare il lavoro dei maestri, dando la possibilità di operare anche in mesi in cui di solito non si scia. Molte persone qui sono fondiste, ma negli ultimi anni non hanno potuto praticare”.

 

Di seguito, il rendering del progetto che comprende anche la pista da sci alpino:

 

 

Fausto Vassoney