Sono tante le storie di atleti, del passato e del presente, che hanno coniugato più carriere sportive, una dopo l’altra o contemporaneamente. Qualcuno rimane in ambiti molto vicini a quelli praticati, come i frequenti passaggi tra biathlon e sci di fondo e viceversa; in altri casi, invece, le strade prendono deviazioni inaspettate.
In tempi recenti, ad esempio, ha fatto storia Tara Geraghty-Moats, per essersi fregiata della prima Coppa del Mondo di Combinata Nordica femminile della storia (pur assegnata con una sola gara su 5 a causa del Covid che aveva pesantemente influenzato la stagione 2020-21) ed essere poi passata al biathlon. Così come la ben più nota e blasonata Therese Johaug che, dopo una vita sugli sci stretti, ha allacciato le scarpette e ha conquistato il titolo nazionale nei 10000m piani ai Campionati di atletica leggera nel 2019.
Nel salto con gli sci, invece, dopo aver preso la decisione di non continuare la sua carriera agonistica, Maren Lundby si è dedicata, tra le altre cose, alla sua passione per il calcio, che pratica con un club di quinta divisione norvegese.
Ma c’è qualcuno che ha aperto la strada a questa combinazione di calcio e combinata molti anni or sono, e si tratta tra l’altro un vero e proprio pioniere degli sci larghi: stiamo parlando di Gunnar Andersen, nato nel lontano 1890. La sua storia ce la ripropone skijumping.pl, che in questi giorni, in occasione degli Europei di Calcio, sta ripercorrendo il legame della disciplina nordica con i campi di calcio.
Andersen non può vantare trofei internazionali sui trampolini perché la sua carriera prima ancora che, nel 1924, il salto con gli sci diventasse disciplina olimpica. Tuttavia, è riuscito a rimanere per sempre nelle pagine di storia come uno dei detentori del record mondiale: nel 1912, sul trampolino per il salto con gli sci Gustadbakken a Geithus, situato a pochi chilometri dall’attuale Vikersundbakken, raggiunse una distanza di 47 metri, battendo Oscar Gundersen, che nel 1909 fu detentore del record per meno di un mese, atterrando a 42,1m. Si tratta di misure che oggi potrebbero far sorridere ma pensando all’epoca e ai materiali a disposizione, si tratta di un risultato gigante, ottenuto per altro riportando diverse gravi ferite. Il record resse per un anno: 12 mesi dopo Ragnar Omtvedt, un americano di origine norvegese, ha effettuato un tentativo ad una distanza di 51,5 m a Ironwood. Tuttavia, nessuno toglierà mai il posto al norvegese negli annali del salto con gli sci.
"Ho battuto il record non perché fossi il miglior saltatore, ma perché avevo meno paura degli altri" ricordò quando ormai era avanti con l’età.
Ai Giochi Olimpici, però, Andersen riuscì a partecipare comunque alle olimpiadi, in ben due occasioni, nel 1912 e nel 1920, come centrocampista della Nazionale norvegese di calcio.
Nella sua carriera dietro al pallone, Andersen ha giocato un totale di 46 partite per la squadra nazionale ed è stato capitano 37 volte, ma non è mai riuscito a segnare un solo goal. Abbastanza sfortunata, anche la sua carriera nel club Lyn Osło, con il quale non vinse alcun trofeo: la sua squadra vinse la Coppa di Norvegia nel 1911, ma Andersen si infortunò in semifinale e non giocò la partita decisiva.
Verrà ricordato nel suo Paese anche per essere stato il primo nella storia, nel 1918, a ricevere il premio Egebers Aerespris, assegnato agli atleti che eccellono in più di uno sport, che nel suo albo d’oro conta nomi di rilievo per gli sport invernali come Ole Einar Bjørndalen, Lars Berger e Therese Johaug.
Gunnar Andersen, il centrocampista detentore del record del mondo di salto con gli sci
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