Gli sport "classici" della neve e del ghiaccio restano al centro del programma delle Olimpiadi invernali del 2030, così come avviene sin dai Giochi di Nagano 1998: il Comitato Esecutivo del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha proposto la loro presenza ai Giochi Olimpici nel corso dell’ultima sessione del CIO. L’approvazione di questa proposta, che verrà messa ai voti nella 142esima sessione del CIO poco prima dell’inizio delle Olimpiadi estive del 2024 a Parigi, è considerata un pro-forma, in quanto rappresenta un primo passo verso la definizione delle discipline di ciascuno sport, che viene determinata circa cinque anni prima dei Giochi.
I sette sport in questione sono sci, biathlon, bob, curling, hockey su ghiaccio, slittino e pattinaggio artistico. Il passo successivo sarà poi approvare la presenza delle singole discipline sportive all’interno di ogni sfera di pertinenza e determinare i posti contingentati. In questo contesto, anche il Comitato Organizzatore delle Olimpiadi potrà proporre l’introduzione di nuove discipline: ad esempio, per le prossime Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, è stato proposto di inserire nel programma lo sci alpinismo.
Kit McConnell, direttore sportivo del CIO, ha dichiarato: "Gli sforzi dovrebbero continuare a concentrarsi sulla massimizzazione dell’impatto positivo dei Giochi, ove possibile, e sullo sviluppo di un programma che rimanga equilibrato e rilevante per i giovani, garantendo l’uguaglianza di genere, l’innovazione, l’universalità e la partecipazione dei migliori atleti, riducendo i costi."
Resta però in pericolo la presenza di alcuni sport "storici" della neve e su tutti quello più a rischio è sicuramente la combinata nordica che per il 2026 sarà l’unica disciplina a non includere le donne nel programma olimpico, oltre ad aver visto una riduzione del numero dei contingenti. In un contesto di politica sportiva in cui il CIO ritiene fondamentale, a ragion veduta, la parità di genere, che la combinata nordica resti l’ultimo sport non averla raggiunta non depone a suo favore. La partita più importante si giocherà nel prossimo futuro, quando la disciplina sarà chiamata a dimostra una crescita dei suoi numeri, in termini di partecipazione sia delle nazioni che del pubblico. La crisi della disciplina, che rimane comunque evidente nonostante gli sforzi fatti in questi anni, ha portato le federazioni nazionali a temere che l’assenza dalla Olimpiadi possa possa portare al suo declino definitivo, e sarebbe un peccato chiudere la sua presenza centenaria proprio in Francia, dove verosimilmente si terranno le Olimpiadi 2030, nella stessa nazione che, nel 1924, a Chamonix, diede inizio alla sua storia a cinque cerchi.
Resta però in pericolo la presenza di alcuni sport "storici" della neve e su tutti quello più a rischio è sicuramente la combinata nordica che per il 2026 sarà l’unica disciplina a non includere le donne nel programma olimpico, oltre ad aver visto una riduzione del numero dei contingenti. In un contesto di politica sportiva in cui il CIO ritiene fondamentale, a ragion veduta, la parità di genere, che la combinata nordica resti l’ultimo sport non averla raggiunta non depone a suo favore. La partita più importante si giocherà nel prossimo futuro, quando la disciplina sarà chiamata a dimostra una crescita dei suoi numeri, in termini di partecipazione sia delle nazioni che del pubblico. La crisi della disciplina, che rimane comunque evidente nonostante gli sforzi fatti in questi anni, ha portato le federazioni nazionali a temere che l’assenza dalla Olimpiadi possa possa portare al suo declino definitivo, e sarebbe un peccato chiudere la sua presenza centenaria proprio in Francia, dove verosimilmente si terranno le Olimpiadi 2030, nella stessa nazione che, nel 1924, a Chamonix, diede inizio alla sua storia a cinque cerchi.