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Biathlon

Biathlon – Antonin Guy, il baby d’oro della Francia: secondo al premio Nurowski, l’obiettivo è la Coppa del Mondo

Se l’Italia continua a coltivare ottimi talenti a livello giovanile nel biathlon, la Francia non è sicuramente da meno. Tra i numerosi nomi emersi quest’anno a distinguersi è Antonin Guy, atleta classe 2006 capace di mettersi in evidenza sia ai Giochi Olimpici Giovanili di Gangwon, sia ai successivi Mondiali Junior di Otepää, tanto da entrare in nomination per il premio Piotr Nurowski conferito ogni anno dal Congresso dei Comitati Olimpici Europei ai giovani prospetti più promettenti dello sport.
In particolare, tra le soddisfazioni portate a casa recentemente, ci sono i 3 ori e 1 argento su 4 gare a Gangwon, che lo hanno eletto a assoluto mattatore della manifestazione. Un exploit che si è ripetuto poi a Otepää ai Mondiali di categoria, dove Guy è stato l’unico in grado di opporsi allo strapotere del norvegese Kasper Kalkenberg. Anche qui il transalpino ha fatto incetta di medaglie: 2 ori, 1 argento e nuovi tasselli aggiunti al rapido percorso di crescita che presto lo porterà ad affacciarsi in IBU Junior Cup.
Come detto, le prestazioni di Guy non sono passate inosservate agli occhi del COE, che nel stilare l’elenco dei giovani sportivi tra i 14 e i 18 anni che più hanno incarnato i valori olimpici, lo ha collocato al secondo posto alle spalle della sola combinatista finlandese Minja Korhonen, vincitrice del premio Nurowski.
Pochi giorni fa, inoltre, Guy si è prestato a un’intervista ai canali IBU, in cui con alcune brevi risposte si è presentato gettando anche un occhio al futuro. Interrogato sul suo format preferito di gara, il francese non ha avuto dubbi: “L’individuale”. E in effetti due degli ori raccolti quest’anno dal francese sono arrivati proprio nell’individuale, prima a Gangwon, poi a Otepää. Guardando avanti, tuttavia, Guy è realista e ritiene di dover crescere ancora molto: “Sono bravo al poligono, ma vorrei migliorare sugli sci – confessa –. Obiettivi? Non lo so, vorrei esordire in IBU Cup e in Coppa del Mondo, poi vedremo”. La parola d’ordine è pazienza: un passo alla volta, ma l’impressione è che di lui sentiremo ancora parlare.

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