Biathlon | 07 giugno 2024, 16:00

Dalla racchetta alla carabina: il futuro del biathlon slovacco si chiama Jakub Borgula

Dalla racchetta alla carabina: il futuro del biathlon slovacco si chiama Jakub Borgula

Quello di Jakub Borgula è uno dei nomi da tenere d'occhio per il futuro del biathlon internazionale. Con quattro medaglie conquistate ai Campionati Mondiali Youth nelle ultime due stagioni, è forse la maggiore speranza del biathlon slovacco, ma i suoi primi contatti con questa disciplina non avrebbero mai fatto presagire un tale successo.

"Il successo di Anastasiya (Kuzmina alle Olimpiadi di Sochi, nrd) mi ha fatto venire voglia di provare il biathlon. Non ero mai stato sugli sci di fondo prima di allora, conoscevo solo lo sci alpino" spiega il 19enne in una intervista ai media dell'IBU, cresciuto nella città slovacca di Banska Bystrica, famosa per il biathlon in Slovacchia, ma che fino ai 10 anni praticava il tennis."I primi anni non mi divertivo per niente. Pensavo già di appendere il fucile al chiodo." 

La svolta è arrivata solo pochi anni fa, passando dall'aria compressa alle carabine di piccolo calibro. "Questo passaggio è arrivato esattamente al momento giusto per me. Da allora in poi il biathlon mi è piaciuto molto di più e ho avuto più motivazione nell'allenamento"

Il giovanissimo palmarès di Borgula vanta già la medaglia d'oro nell'inseguimento ai Campionati mondiali giovanili del 2022 a Soldier Hollow, oltre a quella d'argento sia nella sprint che nell'individuale. E nel 2023, a Shchuchinsk, in Kazakistan, dove si diploma Campione del mondo Youth nell'individuale. Queste esperienze fuori dai confini dell'Europa, però, sono importanti per lui al di là delle medaglie

"Quello che mi piace davvero del biathlon è che posso conoscere tanti nuovi posti e persone. L'America è stata un'esperienza completamente nuova per me" racconta Borgula, che in occasione dei Mondiali Youth di Soldier Hollow fece il suo primo viaggio fuori dall'Europa "Ho portato a casa alcuni dei dolci americani." 

Il sogno per i prossimi anni è sicuramente quello di raggiungere la Coppa del Mondo, dove milita il suo amico Damian Cesnek ma anche il suo atleta di riferimento, l'austriaco Simon Eder. "Trovo straordinario da quanti anni gareggi in Coppa del Mondo. Ho corso una gara contro di lui l'estate scorsa e, nonostante avesse 40 anni, era migliore di me."

E poi ci sono le Olimpiadi del 2026: Borgula vuole esserci. E magari, proprio come è accaduto a lui con Anastasiya Kuzmina, incoraggiare altri giovani slovacchi a dedicarsi al biathlon attraverso i suoi risultati.

Federica Trozzi