Simon Fourcade, tecnico della nazionale francese di biathlon e fratello della leggenda della disciplina Martin Fourcade, se l’è vista brutta qualche settimana fa, quando è stato coinvolto in una brutta caduta in bicicletta. Il francese ha infatti subito una frattura dell'apofisi di una vertebra, rischiando di andare incontro a danni non trascurabili che avrebbero potuto compromettere seriamente le sue capacità motorie. Fortunatamente, dopo un primo periodo di riposo forzato, ora Fourcade sta gradualmente riprendendo la normale mobilità, pur soffrendo ancora per i postumi dell’incidente. Intervistato da Nordic Magazine, il transalpino ha raccontato il momento, dando aggiornamenti sulle sue condizioni.
A proposito del primo periodo dopo la caduta e delle cure mediche a cui si è sottoposto, Fourcade spiega: “Ho passato una bella settimana senza potermi muovere. Negli ultimi giorni ho ripreso a svolgere attività più o meno normali. Ma non riesco ancora a fare esercizi per la parte inferiore del corpo. Ho provato a correre due giorni fa ma è ancora troppo doloroso. Il passaggio dalla posizione sdraiata a quella in piedi è un po’ complicato. Questo vale anche nella direzione opposta. Non sono stato operato e non sono stato nemmeno immobilizzato perché una frattura dell'apofisi ‘non è poi così grave’. Il medico d'urgenza è stato subito molto positivo. Non ho fallito ma non c'era nemmeno alcun vincolo particolare”.
Il francese si concentra poi sul grave rischio corso, in ragione dell’interessamento della colonna vertebrale: “Tutto ciò che riguarda la schiena in generale è piuttosto spaventoso. Ciò che interessa la colonna vertebrale riguarda anche il midollo spinale. Tutto questo avrebbe potuto assumere proporzioni molto maggiori di quelle che ha al momento. La colonna vertebrale è stata colpita ma, per fortuna, si è trattato ‘solo’ dell'apofisi. Ma sì, una caduta dalla bici a 40/45 km all’ora fa paura. Sono consapevole che nel giro di due centimetri il destino avrebbe potuto essere completamente diverso. Nella mia sfortuna, sono stato molto fortunato”.
Interpellato poi sulle cause della caduta, Fourcade svela: “È stata colpa di un piccolo strumento che molti ciclisti hanno nel marsupio sotto la sella. Quel giorno l'avevo nella tasca posteriore perché non avevo un marsupio di quel tipo. Cadendo, è stata la mia schiena a sbattere per prima. Questo ha esercitato una pressione eccessiva sulle vertebre. Ho subito sentito forti scosse elettriche nella natica”.
Infine, l’ex biatleta rassicura sul suo futuro, dichiarando che il suo ruolo da allenatore non verrà compromesso dall’incidente: “Questo non cambia assolutamente nulla. Oggi non sono più un atleta ma un allenatore, quindi che io sia a bordo pista o che li accompagni è la stessa cosa. È meno divertente ma se devo restare in albergo mentre loro fanno un'uscita che ho preparato in anticipo, posso farlo benissimo. Con questa riabilitazione, penso che riacquisterò parecchie delle mie facoltà. Potrò seguirli in auto durante le uscite in bici o con gli skiroll”.