La squadra maschile A della nazionale francese ha terminato il suo primo raduno collegiale in quel di Ciboure, nei Pirenei Atlantici, e Quentin Fillon-Maillet, presente assieme ai suoi compagni di squadra, ha raccontato a Nordic Magazine com’è andata questa prima settimana di lavoro in vista della prossima stagione.
"Le cose stanno andando bene e non vedevo l’ora di iniziare. Abbiamo ricominciato ad allenarci all’inizio di maggio e il recupero è stato buono. Non c’era molta stanchezza rispetto allo scorso anno. Il primo ritiro è stato buono e le cose procedono bene" ha spiegato il transalpino, che è poi passato ad illustrare il programma del raduno più nel dettaglio "Non abbiamo fatto sci a rotelle, ma siamo tornati alle basi con il ciclismo e la corsa. Abbiamo anche lavorato molto sul tiro. Era un raduno di affiatamento, ma non è stata proprio una vacanza."
Con Antonin Guigonnat "retrocesso" nella squadra B, Fillon-Maillet, che ad agosto spegnerà 32 candeline, è ormai il veterano della squadra A, ma il transalpino non si considera affatto arrivato.
"Sono il più vecchio del gruppo ma non ho ancora ricevuto soprannomi per questo in squadra, quindi mi sta bene! Ci sono atleti come Tarjei Boe che, a più di trentacinque anni, stanno ancora lasciando il segno nel circuito. Se sarò un nonno, voglio essere un nonno in forma."
Affinché possa affrontare le prossima stagione in forma, ci saranno cambiamenti? Il francese assicura che non saranno molti, sebbene la preparazione non sia stata eccellente lo scorso anno e ciò si è trascinato naturalmente durante le gare.
"L’anno scorso è stata evidenziata una stanchezza piuttosto marcata. Io e tutto lo staff abbiamo apportato alcune modifiche al programma fino a settembre ma credo che volume e le ore siano alla base del nostro allenamento. Questo è un aspetto che in parte mi è mancato l’anno scorso e non ha favorito la mia fiducia, tuttavia non saprei dire quale impatto abbia avuto la mia preparazione."
In generale, questa estate Fillon-Maillet è determinato a lavorare sugli errori commessi nella preparazione degli anni precedenti.
"Voglio anche migliorare il mio tiro, che era buono in estate ma non altrettanto in inverno. Questo è stato il punto più negativo della mia stagione. Per quanto riguarda lo sci, non è stato come mi aspettavo, ma sono rimasto nei primi dieci e questa è stata una sorpresa. Con l’esperienza acquisita, voglio tornare a gareggiare al 100%. La priorità è gestire il mio stato di forma. Non voglio stancarmi a tal punto da non riuscire a recuperare correttamente. Non sono il più potente, ma se riuscirò a guadagnare un po’ su questo aspetto, sarà comunque positivo."
In vista dei Giochi di Milano-Cortina 2026, che vedranno il biathlon giocarsi le medaglie nell’Arena Alto Adige di Anterselva, e in una certa misura anche dei prossimi Mondiali (la Roland Arena di Lenzerheide è situata a 1400 m slm) del prossimo inverno, molte squadre hanno potenziato il proprio allenamento in quota, ma il biatleta della Giura non crede che sia necessario portare questo tipo di lavoro all’estremo.
"Siamo abituati a stare in quota abbastanza regolarmente. Personalmente, non ho molti problemi a gestire questo fenomeno. E non è detto che si voglia fare tutto in quota. Può essere anche limitante nella scelta dei luoghi e dei modi in cui ci si allena. Quando si arriva in quota, c’è un periodo di acclimatazione durante il quale non si può fare un lavoro intenso. Ci sono vantaggi e svantaggi. È difficile dire quali siano i benefici di questi raduni, anche se sappiamo che funzionano!"
Biathlon – Correggere gli errori in preparazione per essere al meglio in gara: le impressioni di Quentin Fillon Maillet dopo il primo raduno francese
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