Dall’8 al 12 maggio, nella splendida cornice della Val di Fiemme, si è tenuto un Education Camp immersivo, dedicato ai tecnici di sci di fondo e volto a migliorare le loro capacità di allenatori nella disciplina.
Grazie a un programma che ha unito la teoria, per un totale di 16 ore di lezioni frontali, e sessioni pratiche, tecnici provenienti da quattordici nazioni hanno avuto la possibilità di affinare le loro competenze ma anche avere un preziosissimo scambio di conoscenze con gli altri partecipanti.
Grazie a un programma che ha unito la teoria, per un totale di 16 ore di lezioni frontali, e sessioni pratiche, tecnici provenienti da quattordici nazioni hanno avuto la possibilità di affinare le loro competenze ma anche avere un preziosissimo scambio di conoscenze con gli altri partecipanti.
Ad arricchire l’esperienza, la presenza di rinomati esperti del settore che hanno approfondito vari aspetti del coaching, offrendo preziosi spunti ai partecipanti. Tantissimi gli argomenti affrontanti, spaziando dalla pubertà, ai disturbi alimentari, fino alla fisiologia femminile, di cui si è occupata una "vecchia conoscenza" dello sci di fondo italiano, Virginia De Martin Topranin, oggi PhD Candidate della Norwegian University of Science and Technology di Trondheim.
In cattedra sono saliti anche Paolo Rivero, DT della squadra juniores di sci di fondo italiana e il tecnico degli "azzurrini" Matteo Betta. Il primo ha introdotto i tecnici al modello LTAD (Long Term Athletes Development), che si pone come obiettivo uno sviluppo olistico degli atleti, soprattutto quelli più giovani, concentrandosi sugli aspetti biologici della maturazione individuale che sull’aspetto meramente cronologico; il secondo invece ha condiviso preziosi spunti sull’organizzazione dell’allenamento per gli atleti U14/U16, sottolineando l’importanza di regimi di allenamento strutturati e orientati agli obiettivi.
Spazio è stato dato anche allo sci di fondo paralimpico: sotto la guida di Ralf Rombach, capo allenatore del Para-Nordic Team tedesco, gli allenatori hanno acquisito una conoscenza approfondita della disciplina, con particolare attenzione agli atleti ipovedenti, che ha curato anche una sessione pratica, in cui i tecnici in prima persona hanno potuto sperimentare le sfide che devono affrontare gli atlete paralimpici ipovedenti.
Un tocco tricolore, anche nelle sessioni pratiche, mirate ad affinare le metodologie di allenamento e migliorare la comprensione delle esigenze degli atleti. I partecipanti al corso sono stati guidati infatti da Alessio Giancola e Lara Peyrot, che hanno invitato i tecnici a lavorare soprattutto sulla capacità di identificare errori tecnici, ideando misure correttive.
In definitiva, il campo formativo, oltre ad aver contribuito ad un arricchimento del bagaglio di conoscenze e competenze, ha anche – e non si tratta di un aspetto secondario – favorito la collaborazione internazionale tra gli allenatori partecipanti.
In cattedra sono saliti anche Paolo Rivero, DT della squadra juniores di sci di fondo italiana e il tecnico degli "azzurrini" Matteo Betta. Il primo ha introdotto i tecnici al modello LTAD (Long Term Athletes Development), che si pone come obiettivo uno sviluppo olistico degli atleti, soprattutto quelli più giovani, concentrandosi sugli aspetti biologici della maturazione individuale che sull’aspetto meramente cronologico; il secondo invece ha condiviso preziosi spunti sull’organizzazione dell’allenamento per gli atleti U14/U16, sottolineando l’importanza di regimi di allenamento strutturati e orientati agli obiettivi.
Spazio è stato dato anche allo sci di fondo paralimpico: sotto la guida di Ralf Rombach, capo allenatore del Para-Nordic Team tedesco, gli allenatori hanno acquisito una conoscenza approfondita della disciplina, con particolare attenzione agli atleti ipovedenti, che ha curato anche una sessione pratica, in cui i tecnici in prima persona hanno potuto sperimentare le sfide che devono affrontare gli atlete paralimpici ipovedenti.
Un tocco tricolore, anche nelle sessioni pratiche, mirate ad affinare le metodologie di allenamento e migliorare la comprensione delle esigenze degli atleti. I partecipanti al corso sono stati guidati infatti da Alessio Giancola e Lara Peyrot, che hanno invitato i tecnici a lavorare soprattutto sulla capacità di identificare errori tecnici, ideando misure correttive.
In definitiva, il campo formativo, oltre ad aver contribuito ad un arricchimento del bagaglio di conoscenze e competenze, ha anche – e non si tratta di un aspetto secondario – favorito la collaborazione internazionale tra gli allenatori partecipanti.