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Salto con gli sci – Dai trampolini ai campi di calcio: la nuova carriera sportiva di Maren Lundby

Maren Lundby è stata una delle saltatrici con gli sci di maggior successo nella storia, con un palmares a cui davvero non è mancato niente tra Coppa del Mondo, Olimpiadi e Mondiali. La sua carriera, però è stata anche costellata, di altro, oltre ai risultati sportivi: la battaglia con il peso, che ha portato il suo corpo letteralmente a ribellarsi contro di lei a seguito dei Mondiali di Oberstdorf nel 2021, ma soprattutto le battaglie per i diritti delle atlete del salto con gli sci in merito alla parità di genere. 
Lo scorso dicembre, però, la norvegese ha deciso di dire basta alla sua carriera agonistica: nonostante un ritorno in grande spolvero nel 2023, in occasione dei Mondiali di Planica, le motivazioni e la gioia di saltare non erano più le stesse.
Lo sport, però, continua ancora a far parte della sua vita: da un lato, c’è la collaborazione con una scuola sportiva privata norvegese, come ha raccontato qualche mese fa NRK, in un ambito prevalentemente di ricerca sui risultati delle atlete norvegesi in ambito internazionali rispetto ai loro colleghi uomini; e poi c’è lo sport praticato sul campo, quello da calcio, una passione che ha sempre avuto (grande tifosa del Liverpool) e non l’ha mai abbandonata, benché per la sua carriera di saltatrice non fosse l’ideale dedicarsi ad uno sport che fa del contatto fisico e dei contrasti una grande porzione della propria essenza.
Oggi che però non deve più fare attenzione a preservare le proprie ginocchia, può dedicarsi al pallone più liberamente. Giocatrice del Kolbu KK, club di quinta divisione norvegese in cui milita da diversi anni, la 29enne si gode totalmente l’esperienza.
"È molto divertente! È la cosa più divertente che ho fatto dopo il salto con gli sci" ammette a TV2 "Ora il piano è quello di fare un salto di qualità come calciatrice »
Aver lasciato la vita da atleta di alto livello ha sicuramente dei pro e dei contro, che Lundby riesce facilmente ad individuare.
"Mi manca stare con la squadra e mi manca l’ambiente. E avere un obiettivo verso cui allenarsi. E poi c’è qualcos’altro che non mi manca. Nel complesso direi che è stato un bene ritirarsi."
L’ex saltatrice sottolinea che è un bene non dover vivere nella “bolla” e poter pianificare la sua vita in modo diverso, non incentrando tutto sulla sua carriera e su di sé: "non ci si sente più in colpa se si va a letto tardi o si dorme un po’ più a lungo la mattina. C’è solo una cosa di cui scusarsi. Due sessioni di allenamento durante l’inverno non sono proprio una cosa di cui vantarsi. Quindi non capisco a cosa stesse pensando quando ha detto che avrei dovuto essere in campo sin dall’inizio" dice Lundby. 
Il lavoro con la scuola non le permette però di dedicarsi allo sport come vorrebbe, ma nonostante questo è un tassello molto importante per la squadra, secondo il suo allenatore Frank Nyhuus, grazie alle sue doti di motivatrice e all’azione positiva sulle compagne di squadra che genera l’avere una grande campionessa in campo.
Infatti, non è raro vedere Lundby firmare autografi ai tifosi al termine delle partite: “Abbiamo perso, quindi è difficile sorridere, ma questi momenti sono sempre divertenti!"
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