In un’intervista rilasciata alle pagine del sito specializzato polacco skijumping.pl, Johann Andre Forfang, capofila della squadra norvegese nella passata stagione, complicata per molti versi, ha spaziato in moltissimi temi, dai risultati ottenuti in stagione, fino al futuro della disciplina, argomento caro a tutti gli appassionati del salto che vedono il calo di interesse tra il pubblico.
Argomento "caldo" di questa off season, anche il norvegese ha commentato l’impresa del "collega" nipponico Ryoyu Kobayashi, che dal trampolino sulla pista islandese di Hlidarfjall, ha sfiorato i 300 m in atterraggio.
"Sono felice che Ryoyu e la Red Bull abbiano fatto qualcosa del genere. Queste cose spingono il nostro sport nella giusta direzione. Ovviamente una parte di me lo invidia per essere riuscito a farlo. Credo che abbia fatto la storia. Questo è un evento davvero importante nella storia del salto con gli sci. Penso che parleremo per sempre dei tempi "prima del salto Ryoyu" e "dopo il salto Ryoyu"."
Tuttavia, Forfang non ritiene che questo genere di imprese, per quanto straordinarie e invidiabili per chi è del settore, possano diventare la normalità ed essere legate al circuito FIS. Il nativo di Tromsoe è convinto, però, che questo genere di iniziative possano aiutare a riportare il salto dov’era anni fa, quando era al massimo della sua popolarità: uno sport estremo ma al contempo molto più accessibile sia per gli atleti che per il pubblico.
"Il salto con gli sci era interessante per le persone perché spingevamo oltre i limiti. Ora questi limiti vengono valicati da altri, ad esempio dal BASE jumping o da altri sport estremi. Il mercato è saturo e la concorrenza è intensa. Il salto con gli sci deve condividere i riflettori con gli altri. Ryoyu e Red Bull hanno riportato il salto a ciò che lo rendeva speciale. Penso che il giorno in cui Ryoyu ha stabilito un nuovo record sia stato molto importante per raggiungere un pubblico più giovane e più ampio. Dobbiamo imparare a parlare la loro lingua e dimostrare che il salto è ancora uno sport estremo. I format che abbiamo oggi nella FIS sono molto tradizionali. La gente li guarda per amore della tradizione e per attirare nuovo pubblico non si può essere così attaccati alla tradizione. La bellezza del nostro sport è che possiamo essere innovativi e tradizionali allo stesso tempo. Deve essere equilibrato. Penso che dobbiamo orientarci verso ciò che sta facendo la Red Bull, perché la Coppa del Mondo FIS non è l’unica strada. Penso che la performance di Ryoyu lo abbia dimostrato perfettamente."
In ogni caso, il 28enne ha comunque potuto festeggiare un record personale quest’inverno, nonostante la stagione magra per gli standard della Norvegia: a Willingen, in Germania, ha firmato del resto il nuovo record del trampolino grande, atterrando a 155,5 m. Un salto che è stato un vero punto di svolta per la carriera dello scandinavo che mancava all’appuntamento con il podio da ben 5 anni.
"Ho lavorato duro per questo podio e lo aspettavo da molti anni. Ho perso la fiducia molte volte. Sono stati cinque lunghi anni, con alti e bassi, non solo sul trampolino, ma anche fuori. L’anno scorso è andata meglio: sentivo che avrei potuto fare di nuovo dei buoni salti ed ero pieno di energia positiva. Ma ci sono stati anche quattro anni precedenti in cui mi mancava davvero la fiducia in me stesso e pensavo che non sarei mai tornato ad un livello alto. Quest’inverno ho sentito che era il momento giusto, che i miei salti erano migliori che mai. E sapevo che non appena si fosse presentata l’occasione giusta, ne avrei approfittato. […] Posso dire che è stato il momento più importante della mia carriera. Ho delle medaglie, ma metterei questi eventi sullo stesso piano, perché questa vittoria a Willingen è stata speciale per me."
Il norvegese, che all’interno della sua Federazione occupa il ruolo di rappresentante degli atleti ha anche affrontato la questione Stoeckl, provando a spiegare cosa crede che non andasse sotto la sua guida.
"La situazione è difficile perché non sappiamo cosa ci riserverà il futuro. Spero che si possa prendere una decisione che possa soddisfare tutte le parti. Non sappiamo con chi ci alleneremo. Ora tutto lo staff ne sta discutendo tra di loro, poi toccherà agli atleti esprimere le loro opinioni. Sono molte stagioni che non sfruttiamo il potenziale della squadra. Naturalmente abbiamo avuto Halvor Egner Granerud, ma se si ma guarda la classifica generale del 2022/23, il norvegese successivo sono stato io, al sedicesimo posto. Non stiamo andando molto bene. Ed è questo che, insieme al team della Nazionale, abbiamo voluto trasmettere in questa stagione: alcune cose non funzionano come dovrebbero. La carriera di un saltatore con gli sci è piuttosto breve, quindi a volte devi intraprendere azioni che ti aiuteranno a ottenere i migliori risultati"
Salto con gli sci – Forfang: “Kobayashi ha riportato il salto a ciò che lo rendeva speciale, la Coppa del Mondo non è l’unica strada”
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