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Sci di fondo

Sci di fondo – Il coraggio di mostrarsi vulnerabili per sfatare un taboo: Ebba Andersson si racconta nel suo primo libro.

La scorsa settimana, più precisamente il 30 aprile, Ebba Andersson ha debuttato come scrittrice. Il suo libro, annunciato nel marzo scorso, è stato pubblicato in formato e-book e audiolibro sulla piattaforma Storytel (in lingua svedese). Scritto insieme a Marie-Anne Knutas, ”Från OS-storm till VM-guld” (trad. Dalla tempesta olimpica all’oro dei Mondiali) si concentra soprattutto su un anno della vita di Andersson: dalle gare olimpiche di Pechino 2022 ai Mondiali di Planica 2023; nell’opera c’è spazio per tanti aneddoti sportivi, ma non è tutto.
Al centro della storia c’è piuttosto il momento in cui Andersson si è resa conto di aver spinto troppo il suo corpo e ha deciso di cambiare la sua vita per ritrovare equilibrio nella sua salute, prendendo finalmente sul serio un segnale d’allarme che suonava ormai da troppi anni.
"Ho avuto il coraggio di aprirmi su cose finora sconosciute, e in questo modo ci si mostra un po’ vulnerabili. E poi occorre essere preparati alla reazione delle persone" ha raccontato in un’intervista ad Expressen in occasione della presentazione del libro alla stampa "Prima di accettare il progetto non ero sicura di essere abbastanza matura per affrontarla perché improvvisamente tutto diventa molto più reale. È allora che le proprie insicurezze e le proprie paure possono venire fuori, ma se non se ne parla, non sono altrettanto reali."
Le "cose sconosciute" di cui racconta nel volume sono i problemi legati ad una cattiva gestione del proprio fisico, dall’alimentazione scorretta a sovrallenamento, che l’ha influenzata così negativamente al punto da compromettere la regolarità del ciclo mestruale. Tuttavia la 26enne ha evitato a lungo il problema.
"Col senno di poi, posso solo giudicare il modo in cui ho pensato alla cosa. Non l’ho presa sul serio, l’ho accettata perché vivevo una vita estrema da atleta d’élite" ha spiegato "Pensavo “Oh, tutto il resto funziona. Quindi non può esserci nulla di sbagliato in me”."
Una reazione in realtà molto più comune di quanto si è portati a pensare, accompagnata anche dal falso mito che l’amenorrea sia una risposta positiva del proprio corpo all’allenamento, oltre ad una "comodità" in vista dei tanti viaggi stagionali.
"Si finisce quasi per pensare: “Se non hai le mestruazioni, è segno che stai spingendo il tuo corpo in modo corretto, in ogni caso non ti stai allenando troppo poco”. Per me il primo pensiero è stato: “C’è qualcosa che non va?” Poi il pensiero successivo è stato: “Ma questo è un po’ piacevole” e il terzo: “Probabilmente non è neanche così male”."
La svolta è arrivata nella primavera del 2022, dopo le Olimpiadi di Pechino in cui ha prima sfiorato la medaglia nella 30km e poi si è dovuta amaramente accontentare dell’8° posto. Una delusione cocente a cui si è aggiunto un assordante campanello di allarme: i test medici della squadra nazionale mostravano che Ebba Andersson era pericolosamente vicina al limite del sovraccarico totale. A quel punto i più di due anni senza mestruazioni hanno iniziato ad avere un senso: un problema serio da risolvere non una liberazione.
"Ho iniziato a riflettere sul perché e sul come fossi arrivata a quel punto. E ho guardato a tutta la mia vita. Ho capito che per poter dare il meglio di me, la mia salute generale sarebbe dovuta essere a posto. E dal momento in cui ho deciso di “affrontare questo problema”, il processo è stato rapido."
Quello delle mancate mestruazioni è un argomento molto delicato e troppo spesso ancora considerato taboo, ma anche un tema che molte atlete chiedono, sempre più a gran voce, di veder studiato e trattato alla luce del sole e con la consapevolezza giusta, affinché possa essere un punto di forza e non fonte di problemi per le proprie prestazioni: oltre ad Andersson, anche Charlotte Kalla e Johanna Hagström ne hanno parlato nei propri lavori di scrittura.
"L’importante è continuare a parlarne, senza rendere tutto troppo artificiale. Dovrebbe essere naturale parlarne come quando si ha un piede dolorante. Posso sentirmi orgogliosa di essere stata così critica nei confronti di me stessa e di aver fatto un cambiamento che poi ha prodotto anche dei risultati. Spero che possa ispirare altri a fare qualcosa di simile"

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