Giovedì scorso è stato riportato da quotidiano locale norvegese Adresseavisen che il comitato organizzatore dei Mondiali di Trondheim 2025 ha raggiunto un accordo di sponsorizzazione con Equinor, la maggiore azienda petrolifera norvegese, uno dei maggiori venditori di petrolio grezzo del mondo ed un importante fornitore di gas naturale per il continente europeo.
Questa notizia però, come facile intuire, ha alzato un polverone di critiche in Norvegia, dove le associazioni ambientaliste sono state attive durante tutta la stagione invernale per fare luce sull’impatto che i cambiamenti climatici hanno sulle discipline invernali, talvolta rendendosi anche protagoniste di atti "estremi" come le proteste sul campo avvenute durante la tappa pre-mondiale di Coppa del Mondo a Trondheim. La sponsorizzazione dei i Campionati mondiali di sci che si svolgeranno a Granåsen il prossimo anno da parte del colosso petrolifero ha ovviamente provocato la reazione dell’associazione “Stopp Oljeletinga”.
Åge Skinstad, CEO del comitato organizzatore di Trondheim 2025, contattato dal quotidiano norvegese in merito alla questione e alle accuse da parte degli ambientalisti, respinge le critiche che sono state rivolte.
"Pensiamo con attenzione alla nostra responsabilità sociale. Equinor ha contribuito a dimostrarlo alla comunità sciistica per molti anni attraverso il reclutamento. Abbiamo avviato un progetto con la NTNU (Norwegian University of Science and Technology, nrd) per scoprire come creare soluzioni sostenibili. Non solo per i Campionati del Mondo, ma anche per il futuro" ha dichiarato Skinstad, il quale afferma inoltre di non essere spaventato da possibili dimostrazioni e proteste durante le competizioni dei Mondiali paventate già dalle organizzazioni ambientaliste per contrastare il greenwashing che la federazione norvegese pratica a favore dei suoi sponsor.
"Vogliamo che gli atleti possano praticare il loro sport quando saranno nell’arena sportiva. Fa parte della libertà di espressione esprimere le proprie opinioni al di fuori dei centri di gara, ma danneggiare persone che si sono allenate per decine di migliaia di ore non è, credo che siamo tutti d’accordo, una buona idea. I manifestanti sono rumorosi, e questo è perfettamente legittimo" ha concluso Skinstad "Ci aspettiamo che le proteste non mettano a rischio la sicurezza degli atleti, del pubblico o degli stessi attivisti"