Si può leggere in due modi la vittoria di Therese Johaug nella 30 km a skating dei campionati nazionali norvegesi. Da una parte, come un segnale di ritrovata competitività di una delle fondiste più forti della storia, cosa che può fare solo del bene al prossimo futuro della disciplina, qualora la norvegese volesse davvero rientrare nel massimo circuito internazionale e partecipare ai Mondiali di Trondheim. Dall’altra parte, però, è innegabile come il successo di Johaug – peraltro schiacciante – sia l’ennesima conferma della profonda crisi del movimento norvegese al femminile.
Senza volerlo, Johaug dopo la 30 km ha inflitto un altro colpo da k.o. a tutte le altre ragazze, come se non fossero bastati i 2’51" rifilati alla prima delle norvegesi, Magni Smedås. La classe 1988 ha infatti detto che non si sarebbe allenata più di tanto in vista della 30 km di Lillehammer, e che rispetto ai tempi d’oro il carico si sarebbe dimezzato: «Non pensavo che avrei vinto con un margine così ampio», ha commentato a Dagbladet dopo la gara. «A essere sincera, non mi sono allenata molto. Da gennaio lavoro tra le 10 e le 15 ore settimanali. In alcune settimane magari mi sono allenata per 20 ore, ma ci sono state anche settimane da 5-10 ore. Mi alleno diversamente rispetto a prima, quando si hanno bambini bisogna allenarsi in modo leggermente diverso. Il Mondiale? Come ho già detto, questo doveva essere un passo avanti. La decisione non è presa, la prenderò tra la primavera e l’estate».
Senza volerlo, Johaug dopo la 30 km ha inflitto un altro colpo da k.o. a tutte le altre ragazze, come se non fossero bastati i 2’51" rifilati alla prima delle norvegesi, Magni Smedås. La classe 1988 ha infatti detto che non si sarebbe allenata più di tanto in vista della 30 km di Lillehammer, e che rispetto ai tempi d’oro il carico si sarebbe dimezzato: «Non pensavo che avrei vinto con un margine così ampio», ha commentato a Dagbladet dopo la gara. «A essere sincera, non mi sono allenata molto. Da gennaio lavoro tra le 10 e le 15 ore settimanali. In alcune settimane magari mi sono allenata per 20 ore, ma ci sono state anche settimane da 5-10 ore. Mi alleno diversamente rispetto a prima, quando si hanno bambini bisogna allenarsi in modo leggermente diverso. Il Mondiale? Come ho già detto, questo doveva essere un passo avanti. La decisione non è presa, la prenderò tra la primavera e l’estate».
Heidi Weng, quinta a 3’34" da Johaug non riesce a credere che la connazionale si sia allenata così poco e ciononostante abbia inflitto un divario così ampio alle atlete della nazionale: «Immagino che si sia allenata molto meglio di quanto dice, ma il resto di noi avrebbe dovuto esserle più vicino». Astrid Øyre Slind – quarta a +3’15" – le fa da eco: «Ci si concentra molto sul fatto che si sia ritirata, ma in realtà si è allenata molto bene. Ci sono molte atlete che sono tornate alla grande dopo aver avuto dei figli. Ha fatto un lavoro pazzesco, ma aveva un punto di partenza molto migliore di tutte le altre. Non mi sorprende che vada veloce, non è una pensionata. Avrebbe vinto anche in Coppa del Mondo con questa gara».