Lo aveva anticipato ad inizio stagione e confermato dopo i Mondiali di Nove Mesto, quindi al momento di affrontare l’ultima gara e festeggiare “il pensionamento”, Benedikt Doll era più sicuro e sereno che mai sulla decisione, concentrato su quello che il futuro avrà da offrirgli al di fuori del biathlon.
«È davvero una bella sensazione, non vedo l’ora di sperimentare nuove opportunità e i prossimi passi nella nuova vita. Diciamo che se mi guardo indietro sono più felice che triste, non mi sento come se volessi fare tutto daccapo perché sono insoddisfatto di quello che ho fatto. Ho la mente libera e sono molto felice della mia decisione» ha raccontato davanti alle telecamere dell’IBU al termine dell’ultima gara.
Ultimo della sua generazione ad appendere la carabina al chiodo ha regalato grandissime emozioni alla Germania e al biathlon in generale, i festoni e gli abbracci con cui il 34enne è stato accolto al traguardo dopo la Mass Start conclusiva della stagione a Canmore, sono la sintesi della gratitudine di un intero movimento per il suo contributo alla disciplina, praticata al top fino all’ultimo metro, come dimostra questa stagione, una delle più vincenti della sua carriera, con una medaglia ai Mondiali e il back-to-back nelle sprint tra Lenzerheide e Oberhof.
«Ho cercato di godermi al massimo quest’ultima volta. Penso tra gli sport internazionali il biathlon, o la famiglia del biathlon, possiamo chiamarla davvero così, sia speciale, e sono molto orgoglioso di aver praticato questo sport ma anche di aver dato qualcosa indietro alla famiglia del biathlon.»
Il destino ha voluto che le sue ultime gare si tenessero a Canmore in Canada, dove ha gareggiato nei suoi primi Mondiali Juniores nel 2009, dove aveva vinto l’oro in Staffetta assieme a Erik Lesser, Simon Schempp e Florian Graf.
«Tornare qui per le ultime gare è stato commovente e speciale. Qui c’è una sensazione davvero familiare, specialmente gli spettatori che sono molto più rilassati e una bellissima località dove fare tappa.»
Forse un segno, una conferma che era il momento giusto: «Per me la cosa più importante era lasciare avendo ancora tempo per crearmi una seconda carriera fuori dallo sport e credo questo fosse il momento migliore, con la mente non troppo stanca per studiare.»
Per il momento, dedicherà la sua vita allo studio di qualcosa agli antipodi del biathlon, ma promette che gli appassionati potranno vederlo di nuovo, di tanto in tanto, nel circuito del biathlon.
«Mi dedicherò all’Ingegneria dei sistemi sostenibili che si concentra sulla costruzione di sistemi automatici di riscaldamento, ventilazione, aria condizionata per rendere gli edifici più eco sostenibili ma tornerò al biathlon come spettatore come minimo, per gli sponsor o forse come commentatore tv, ma sicuramente tiferò per i ragazzi tedeschi» ed è qui che ammette che, anche se sicuro della sua decisione, c’è qualcosa che gli procurerà un po’ di nostalgia «Mi mancherà passare il tempo con i miei compagni di squadra, allenarsi insieme, parlare e non solo di sport. Le gare sono sempre state dure, non sono mai riuscito a divertirmi in gara. Ho sempre preferito i momenti alla fine della gara, soprattutto quando ho fatto buoni risultati, ma gareggiare e battagliare è sempre stato tosto, quindi quello di certo non mi mancherà»