Giuseppe Piller Cottrer chiude la seconda stagione da opinionista speciale di Fondo Italia puntando un triplice obiettivo su quanto espresso dall'inverno, su diversi fronti.
"Il sipario è calato, la stagione è giunta al termine con la perla del trionfo di Lisa Vittozzi nella classifica finale di Coppa del Mondo. Prima di avventurarci nell’off-season, mi preme però fare un punto finale su questo inverno e mi concentrerei su tre aspetti principali".
1. Uno sguardo verso il futuro
“In occasione delle ultime gare della stagione si è tenuta una riunione della Commissione Giovani Allargata in cui si sono poste le basi per la programmazione e l’attività della prossima stagione. Il direttore tecnico Klaus Höllriggl ha potuto stendere un bilancio sostanzialmente positivo al termine di questo biennio e si è potuto ragionare - oltre che sui risultati - anche sull’incidenza del cambiamento normativo legato alle scioline. La messa al bando dei prodotti fluorati ha inevitabilmente portato ad alcuni aggiustamenti, anche di carattere tecnico: nulla che vada a modificare il gesto in sè, quanto ad adeguare alcuni meccanismi per renderli più congeniali ai nuovi prodotti. Chi meglio ha saputo adattarsi in tal senso ne ha tratto vantaggio, a maggior ragione in questo anno zero dell’era no-fluoro.
Va ricordato come il fluoro dava grandi benefici soprattutto nel caso di temperature alte e con pista sporca, casistica che si è spesso manifestata in questa stagione. Per gli stessi skiman si è trattata di un’autentica sfida per cercare di trovare soluzioni alternative e valide. Un anno in cui si è accumulata esperienza fondamentale: l’inverno prossimo ci sarà già un vissuto e qualcosa potrà cambiare.
Si è affrontato anche il tema degli allenatori di biathlon, per i quali verrà definito un percorso di formazione indipendente e parallelo a quello degli allenatori di fondo, pur con ovvie analogie. Fino ad oggi, il biathlon risultava una sorta di specializzazione dopo aver conseguito il titolo di allenatore di fondo”.
2. Un bilancio dell’attività nazionale
"Il biathlon italiano sta bene. E soprattutto cresce. Questo mi sento di dire al termine di questa stagione, prendendo in esame quanto proposto dai circuiti nazionali. Riscontri positivi anche in termini di partecipazione, con numeri in costante crescita tra i giovani, a dimostrazione di come si sia innestato un processo di ulteriore avanzamento della strutturazione del biathlon italiano.
Sostanzialmente positivo anche il bilancio dei risultati degli appuntamenti internazionali, dove però è stato inevitabile segnalare margini di miglioramento su quanto visto in IBU Cup. Era lecito attendersi qualcosa di più: un’analisi nel complesso però permette di essere fiduciosi sul lavoro svolto e di attendersi un miglioramento della situazione nell’inverno prossimo".
3. L’insegnamento di Lisa Vittozzi
"Il terzo punto è dedicato a Lisa. Il biathlon è uno sport complesso, sa dare tanto, ma sa anche togliere: spesso ci si dimentica di analizzare una prestazione nel suo complesso, soffermandosi magari su singoli aspetti, magari più appariscenti, che rischiano di non portare ad un giudizio oggettivo.
L’errore fa parte del gioco: sbagliare deve rappresentare un insegnamento, uno stimolo per continuare a perseguire con fiducia e convinzione un miglioramento. Lisa in questo senso è stata di grande esempio per tutti i nostri giovani. Ha vissuto momenti, stagioni, davvero complicate ma ha saputo trovare il bandolo della matassa ed ora siede sul trono del biathlon mondiale. L’insuccesso che ha vissuto per mesi si è trasformato in un’esperienza, inutile dire fondamentale, forse ancor più delle vittorie di oggi.
Il suo percorso deve far riflettere sul valore formativo della sconfitta all’interno del processo di crescita di un atleta evoluto: la sfida sportiva non può essere giudicate esclusivamente in base alla vittoria. La voglia di ripartire, di rimettersi comunque in gioco è fondamentale per crescere.
Un discorso che, con termini diversi, può adattarsi anche a quanto vissuto da Tommaso Giacomel in queste ultime settimane: tra Nove Mesto e Oslo, per varie ragioni, il trentino non ha saputo esprimersi al meglio, ma nelle ultime due tappe si è risollevato, lasciandosi alle spalle un momento difficile per andare a prendersi soddisfazioni importanti.
Dei risultati e delle classifiche, in fondo, si sa già tutto: ma questi aspetti devono essere sottolineati e apprezzati".