Lo splendido finale di stagione, che ha portato alla vittoria di Lisa Vittozzi nella classifica generale della Coppa del Mondo, alla vittoria del pettorale blu di miglior Under 25 e alla top ten della generale il giovane Tommaso Giacomel e ad altri risultati positivi, ha lasciato un sapore dolce allo staff tecnico della nazionale italiana.
Un anno che, come si sapeva, è stato anche difficile, ma che ha visto la squadra italiana riuscire a restare compatta per poi togliersi tante soddisfazioni. Fondo Italia ha quindi raccolto i pensieri di Alex Inderst, allenatore responsabile della nazionale italiana e appartenente all’Arma dei Carabinieri.
Buongiorno Inderst. Partiamo dalle emozioni provate domenica a Canmore, con la vittoria della classifica generale da parte di Lisa Vittozzi.
«È stata sicuramente una gara difficile, piena di emozioni. Anche per noi allenatori è stata molto dura, durante la gara avevamo anche paura fosse possibile perderla, pure se ci siamo tranquillizzati dopo lo zero nella seconda serie, visto che con Lisa almeno ventiquattresima Tandrevold avrebbe dovuto obbligatoriamente vincere per far sua la sfera di cristallo. All’arrivo, quando Lisa si è presentata sul rettilineo finale con la bandiera tricolore, ho provato un’emozione fortissima, perché la classifica generale della Coppa del Mondo è la cosa più grande che un atleta possa vincere, a mio parere, sportivamente vale più di una medaglia in quanto rispecchia l’andamento dell’intera stagione. Lei è stata sempre al top durante la stagione, nelle posizioni di testa con grande costanza e ciò le ha permesso di battere avversarie molto competitive. Alla fine la differenza non l’hanno fatta soltanto i podi, ma anche quelle gare che ha corso in condizioni non ottimali, raccogliendo piazzamenti in top ten, se non top five, grazie a ottime prestazioni al tiro».
Il ruolo di allenatore responsabile le è stato affidato nell’estate del 2022. Uno degli obiettivi principali era proprio quello di recuperare Vittozzi dopo le difficoltà che stava avendo ormai da tre stagioni. Quanto è orgoglioso del lavoro che con tutto il team avete fatto?
«Io l’avevo già allenata da junior, quindi la conoscevo un po’, anche per averla comunque seguita e vista in gara in questi anni. Uno degli obiettivi principali era ovviamente di recuperarla. All’inizio dovevamo di nuovo conoscerci, ricostruirci anche noi come team, andare tutti d’accordo. Una volta sistemati questi aspetti, le cose sono andate migliorando sempre di più, con lei abbiamo anche apportato diversi piccoli cambiamenti, sia tecnici che nell’allenamento, che messi insieme hanno fatto un grosso cambio per Lisa. Lo scorso anno, nelle prime gare era sempre molto tesa, aveva ancora dei dubbi, come normale che fosse, poi piano piano ha guadagnato sempre maggiore scioltezza e sicurezza. Adesso è un’altra persona, più sicura di sé e tranquilla. Lei ha fiducia in noi tecnici e ciò è la cosa fondamentale, quello che conta di più. Se l’atleta ha fiducia completa nei propri allenatori e crede ancora di più nel progetto, aumentano le possibilità di fare bene».
Non solo Vittozzi, perché domenica è arrivato anche il pettorale blu vinto da Tommaso Giacomel, capace pure di chiudere nella top ten della generale.
«Quella della squadra maschile è stata una stagione molto positiva. In particolare quella di Tommaso, che è cresciuto molto. Lui è un atleta veramente forte, ha delle grandi potenzialità e sicuramente continuerà a salire altri scalini. Attorno a lui, anche gli altri hanno fatto bene. Innanzitutto siamo riusciti a recuperare Luki (Hofer, ndr), che è un atleta importantissimo per la squadra, come si è visto soprattutto in staffetta. Gli altri stanno crescendo, per esempio Dido (Bionaz, ndr) ha fatto ottimi passi avanti quest’anno facendo vedere bellissime cose. Lo stesso Brauni (Braunhofer, ndr) è cresciuto molto sugli sci, mentre al tiro ha fatto nuovamente vedere cosa sa fare. Infine, Zeni, che è il più giovane, ha fatto un bel salto di qualità, dimostrando di essere un buon tiratore. Nel suo caso bisogna avere un po’ di pazienza sugli sci, ma sta progredendo. L’importante per tutto il gruppo è continuare a lavorare con questa costanza, perché possono solo migliorare».
Come giudica la stagione della squadra femminile? Si partiva dal titolo mondiale di Oberhof, che ha forse alzato le aspettative.
«Ci sono stati un po’ di alti e bassi, anche perché per le ragazze non era certo semplice dopo il titolo mondiale conquistato lo scorso anno. Molti vedevano solo quella gara e quel risultato, quindi le aspettative erano alte. Se andiamo a vedere tutto l’insieme, però, alla fine sono quasi tutte più o meno migliorate rispetto allo scorso anno, nonostante, sentendo la pressione, alcune abbiano fatto una maggiore fatica a esprimersi.
Dall’altra parte, Bea (Trabucchi, ndr) ha fatto un bel salto di qualità quest’anno, Michi (Michela Carrara, ndr) è migliorata al tiro e da lei mi aspetto cresca ancora. Rebbi ha fatto un buon inizio stagione, ma alla fine era stanca. Ci può stare, è ancora giovane e ha fatto tutta la stagione di Coppa del mondo. La stessa Sammi (Comola, ndr) si è confermata. Forse ha avuto qualche problema in più Hannah, ma lei stessa nel finale ha colto dei bei risultati a Oslo».
Le donne hanno confermato i sei pettorali avuti quest’anno, mentre anche gli uomini avranno a disposizione sei pettorali nella prossima Coppa del Mondo. Come vede, quindi, gli atleti e le atlete che hanno preso parte all’IBU Cup?
«A livello maschile, devo dire che qualche junior è riuscito a farsi notare anche in IBU Cup, che ritengo sia un ottimo segno, vuol dire che da dietro quacuno sta arrivando. Ciò è molto importante per noi. Se qualcuno della squadra B ha fatto più fatica, si è visto che da dietro c’è chi spinge per salire e ciò è importantissimo.
Per quanto riguarda le ragazze, Martina (Trabucchi, ndr) e Sara (Scattolo, ndr) hanno fatto un’ottima stagione, sono cresciute bene in IBU Cup e fatto un bel passo avanti sia sugli sci e, nel caso di Martina, anche al poligono. Sara è anche arrivata all’esordio in Coppa del Mondo. Credo che queste atlete siano preziose perché spingeranno tanto quelle che sono oggi in Coppa del Mondo. Non dimentichiamo poi Linda (Zingerle, ndr), che anche quest’anno ha mostrato il suo potenziale in alcune gare. Purtroppo viene da due anni difficili, nei quali il suo rendimento è stato fortemente condizionato da infortuni e malattie. La speranza è che abbia finalmente un’estate più fortunata e riesca a mantenere un’alta motivazione e la giusta tranquillità».
A questo punto, da qui a due anni, quali sono i margini di miglioramento di questa squadra?
«Secondo me possiamo crescere abbastanza come gruppo, non avere solo un atleta o due in grado di lottare per vincere, ma migliorare come squadra, perché abbiamo atleti giovani con un bel margine di miglioramento. Se lavoriamo nel modo giusto, sono convinto che possiamo essere molto competitivi in staffetta nei prossimi anni. Il nostro scopo è riuscire ad avere atleti sempre al top, come sono stati Vittozzi e Giacomel quest’anno e altri ancora più vicini a loro. Le staffette sono il nostro obiettivo principale perché rappresentano il livello del nostro gruppo e l’obiettivo è avere una squadra così competitiva che se una volta uno dei nostri atleti di punta salta la staffetta, riusciamo a essere ugualmente all’altezza. Io credo che questi margini li abbiamo, vedo gente con potenzialità».