La scorsa settimana, al termine della stagione, la squadra svedese ha dovuto salutare due nomi storici che hanno segnato la storia della nazionale: Mona Brorsson e Peppe Femling, entrambi campioni olimpici della staffetta, hanno festeggiato il loro “pensionamento” assieme ai compagni di squadra e a tutta la famiglia allargata del biathlon.
Brorsson, in particolare, può dire di essere la “memoria storica” della squadra, avendo vissuto gli anni difficili della squadra femminile, che nei Giochi Olimpici Invernali del 2014 non aveva neanche un quartetto da schierare in staffetta, e restando una costante nella sua crescita fino alla vittoria della Classifica per Nazioni, la Coppa di specialità Staffetta ma soprattutto quella della staffetta olimpica di Pechino 2022.
Nella sua ultima giornata da atleta, i media dell'IBU hanno incontrato la “neo-pensionata” e i suoi compagni di squadra per vivere insieme a loro questo momento molto emozionante.
«È quasi da non credere, non so come descrivere la sensazione che provo in questo momento perché è così travolgente! So da un po' che questa sarebbe stata la mia ultima gara e volevo rimanere concentrata per tutto il tempo e penso di esserci riuscita ma è stato un tale sollievo aver superato il traguardo! Sono felicissima di averlo potuto fare in questo modo con tutti i miei compagni di squadra. Non avrei potuto avere un finale migliore per questo viaggio, da una squadra con un budget non abbastanza grande da poter mandare l'intera squadra alle gare dell'ultimo trimestre fino a combattere per la Coppa Nazioni e per la Coppa Staffette. Ho sempre sognato che la squadra femminile potesse un giorno dire “siamo la squadra migliore al mondo” perché è così che ci sentiamo, soprattutto per quanto riguarda lo spirito di squadra. Auguro loro il meglio per il futuro.»
All'interno del team, grazie alla sua dolcezza e alla sua simpatia, ha creato uno spirito di squadra positivo, che ha aiutato moltissimo alla crescita della nazionale svedese come la vediamo oggi in modo massiccio alla ricostruzione della squadra, in cui tutti possono prosperare e andare d'accordo allo stesso tempo. Non è un caso che, da veterana, è definita la “mamma della squadra” come fa notare Elvira Oeberg: «Tutto sarà più vuoto senza di te, Mona. Noi perdiamo la nostra “mamma” quindi penso che ora saremo costrette a “crescere” »
«Ho ricevuto grande supporto dalla mia famiglia e dai fan, per me significa molto che la mia personalità sia arrivata alla gente e abbiano visto che sono una buona persona» conferma la 34enne «per me è la cosa più importante: vedere che i miei compagni di squadra fanno bene mi rende felice e penso di averlo mostrato anche di fronte alle telecamere. Mi rende orgogliosa vedere che mancherò alla gente.»
Infine, riserva un pensiero a tutta la grande famiglia del biathlon, anche la di fuori della Nazionale.
«Non credo che mi mancherà gareggiare, piuttosto mi mancherà tutta la comunità e il senso di appartenenza. La biathlon family è una reale, è la mia seconda famiglia e al suo interno la vita è stata fantastica!»