È una degli esempi del grande lavoro svolto quest’anno dal settore giovanile della nazionale italiana di sci di fondo, diretto da Paolo Rivero, con il grande lavoro svolto dagli allenatori Matteo Betta e Stefano Corradini. Un gruppo che ha lavorato molto bene, svolgendo tanti raduni in Val di Fiemme, seguendo gli atleti e le atlete nel quotidiano e creando anche un ambiente positivo, nel quale si è lavorato molto bene.
Beatrice Laurent è tra le atlete che più sono migliorate nel corso della stagione, ha ottenuto diversi risultati molto positivi, migliorando costantemente nel corso dell’anno, fino alla vittoria ottenuta lo scorso weekend a Dobbiaco.
«Sabato sono partica con il numero due, quindi non potevo esultare immediatamente dopo aver superato la linea d'arrivo – ha ammesso Laurent a Fondo Italia – anche se avevo capito che molto probabilmente avrei vinto. Devo però ammettere che, durante la gara, quando i tecnici mi davano l’aggiornamento sui tempi in pista e ho sentito che ero prima, non ci credevo. Sono stata tanto felice, perché a inizio stagione non mi sarei mai aspettata di vincere al mio primo anni nella categoria, anzi, avrei forse puntato ad una top dieci (ride, ndr). Diciamo che la stagione è stata al di sopra delle aspettative».
Un miglioramento costante quello avuto quest’anno da Beatrice Laurent, che ha chiuso da atleta di vertice nella sua categoria in FESA Cup, ma bene si è comportata anche al Mondiale. «Sicuramente mi sento migliorata – ha affermato la piemontese – in estate ho fatto fatica come sempre sugli skiroll, poi nelle prime uscite internazionali ero dove mi aspettavo. Allora ho iniziato a migliorare gara dopo gara, ho fatto sempre meglio. Quindi abbiamo svolto il blocco di lavoro pre Mondiale, poi a Planica le cose sono andate molto meglio delle aspettative. Quindi è arrivato questo finale di stagione sicuramente in crescendo.
Credo che nelle prime uscite abbia risentito anche della poca esperienza, mi sentivo un po’ spiazzata, non avevo mai disputato competizioni di FESA Cup, dovevo capire diverse cose. Ma lì ho iniziato a fare esperienza, ho osservato le altre e piano piano sono cresciuta».
La fondista classe 2005, cresciuta nello Sci Nordico Pragelato e ora aggregata alle Fiamme Gialle, è consapevole però dei tanti passi avanti fatti in questa stagione e crede sia merito soprattutto del lavoro svolto con la nazionale juniores. «L’ingresso in squadra e i tanti raduni che abbiamo fatto mi hanno permesso di allenarmi tanto insieme alle compagne durante l’estate, gli allenatori ci hanno seguito quotidianamente e ciò ha fatto la differenza. Si è anche creato un gruppo bellissimo, con un bel rapporto tra noi atleti e con gli allenatori. Ciò ha reso raduni e allenamenti tutt’altro che pesanti, tanto che anche durante i raduni in inverno stavamo sempre insieme, anche dopo l’allenamento. Si è lavorato bene e credo si sia visto nei risultati di tutto il gruppo.
Sinceramente, passare tante settimane lontano da casa non mi ha pesato, proprio per il bel clima che si è instaurato in squadra. Anche perché quando sono a casa mi alleno da sola, non ho compagni o compagne di allenamento, visto che sono tutti più piccoli di me. In nazionale ho potuto allenarmi con altre atlete, alcune delle quali con maggiore esperienza rispetto a me e ciò mi ha aiutato».
Da quando era giovanissima, la piemontese è sempre stata più competitiva a tecnica classica, ma ora la prima vittoria internazionale è arrivata a skating. «Ho sempre pensato di essere meno competitiva in tecnica libera – ha ammesso l’azzurrina – invece, proprio a skating è arrivata la mia prima vittoria. Sono felice perché ho iniziato ad andare bene in entrambi i format, ma comunque prima di sabato non avrei mai pensato di poter vincere la mia prima gara proprio a skating. La tecnica classica resta sempre la mia preferita, ma qui qualcosa è cambiato (ride, ndr)».
Visti i progressi avuti nel corso della stagione, che non dimentichiamo era la prima da Juniores, Beatrice Laurent si sente ancora più motivata: «Sicuramente, quanto fatto quest’anno mi dà maggiore convinzione. In estate avevo preso questa stagione come un’opportunità di apprendimento, nella quale lavorare bene e fare esperienza nelle gare internazionali, per poi allenarmi ancora meglio e fare quel passo in più nella prossima stagione. Non mi sarei mai immaginata di ottenere questi risultati già quest’anno. Li prendo come un bel punto di partenza in vista della prossima stagione».
Dopo la prima vittoria, Laurent sente di dover anche fare dei ringraziamenti, a partire dagli allenatori: «Tengo tantissimo a ringraziare Matteo Betta e Stefano Corradini, i nostri allenatori della nazionale, perché hanno fatto veramente tanto per noi, dai raduni alle gare ci hanno sempre seguiti con competenza e sostenuti. Voglio poi dire grazie a tutti i miei compagni, sia della squadra maschile che di quella femminile, per il clima bellissimo che si è creato e non mi ha mai fatto pesare alcun raduno. Grazie anche alle Fiamme Gialle, che mi hanno aggregata e mi sostengono. Infine non possono mancare i ringraziamenti alla mia famiglia, perché si sbattono sempre per portarmi ai raduni e mi hanno sempre seguita e sostenuta».
La stagione non si è ancora conclusa, perché questa settimana si gareggerà a Pragelato dove si svolgeranno i Campionati Italiani e l’ultima tappa della Coppa Italia Rode. Per Beatrice Laurent non c’era modo migliore di chiudere la stagione e festeggiare il suo primo successo internazionale: «Non vedo l’ora. Ammetto che ci penso già da diverse settimane. Sono proprio felice di tornare a gareggiare sulla pista di casa, visto che adesso non accadeva da un po’. Sono ancora più contenta di farlo dopo la mia prima vittoria internazionale. È stato bello per me dimostrare che anche dalla provincia di Torino arrivano vittorie per il Piemonte (ride, ndr)».
E finita la stagione, però, prima di tuffarsi sul 2024/25, la giovane Beatrice ha un altro impegno molto importante: «Adesso è arrivato quel momento dell’anno in cui mi devo tuffare sui libri impegnandomi tantissimo per recuperare. Anche perché tra pochi mesi ho l’esame di maturità. Un altro impegno parecchio importante».