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Biathlon – La stagione da urlo di Lisa Vittozzi: da Östersund a Canmore, il meritato trionfo di una campionessa sempre al vertice!

È il giorno della festa per Lisa Vittozzi, la vittoria di una Coppa del Mondo fortemente voluta, conquistata al termine di una stagione dalla consistenza paurosa. È il trionfo dell’atleta più forte, capace di vivere un anno da protagonista senza prendersi alcuna pausa, migliorando anche nel corso della stagione stessa.

Tornata ai vertici, dopo una crisi di quasi tre anni, di cui abbiamo ampiamente scritto, Lisa Vittozzi aveva l’obiettivo di salire quell’ultimo scalino, quello che le mancava per arrivare più in alto di tutte le altre e trionfare in Coppa del Mondo.

Lisa Vittozzi vince l’individuale di Östersund. Foto credit: Serge Schwan
L’inizio è stato subito da urlo con la splendida vittoria nell’individuale di Östersund e il pettorale giallo immediatamente conquistato. Poi subito la sfortuna a tentare di metterle il bastone tra le ruote, quella febbre che girava tra gli atleti in occasione della tappa svedese. Un calo di condizione, sommato a un weekend in cui Francia e Germania avevano materiali super, ed ecco che l’azzurra non ha avuto la possibilità di vincere. Proprio in quelle occasioni, però, Vittozzi ha fatto la differenza, cogliendo quei punti risultati decisivi. Due noni posti, grazie al tiro, tra sprint e pursuit, con un solo errore in due gare, l’unico modo possibile per fare top ten.

Lisa Vittozzi con il pettorale giallo. Foto credits: Federico Angiolini.
Poi anche a Hochfilzen, pur non al massimo sugli sci, Vittozzi si è affidata al tiro, arrivando vicina al podio e cogliendo altri punti oggi decisivi. Sappadina protagonista anche a Lenzerheide, con un podio nella sprint e il quarto posto nella mass start, con nel mezzo uno dei pochi passaggi a vuoto della stagione, il 14° posto nell’inseguimento con cinque errori.

Vittozzi batte Tandrevold in volata e conquista la seconda vittoria stagionale. Foto credit: Dmytro Yevenko.
Dopo la pausa natalizia, Vittozzi ha mantenuto la calma, anche a Oberhof ha conquistato due top ten, sfiorando un podio, poi il grande weekend di Ruhpolding, un terzo posto nella sprint e la vittoria nell’inseguimento, rilanciandosi nella generale. Allora, probabilmente l’azzurra ha capito di poter veramente andare a caccia della Coppa del Mondo. Quindi è arrivata Anterselva, la sua peggior gara della stagione (prima di oggi), con una short individual da 16° posto con tre errori, seguita dalla sesta posizione nella mass start con un bersaglio mancato. L’azzurra era sempre lì nella classifica generale, ma non era soddisfatta, sentiva di non essere riuscita ancora a esprimere il suo cento per cento. A dare il chiaro messaggio era stata lei stessa nel post mass start: “Sono continua, ma ora servono podi e vittorie”.

Vittozzi festeggia con il team a Ruhpolding. Foto credit: Dmytro Yevenko.
E sono arrivati a partire dai Mondiali. Una sprint in difesa, in una giornata difficile per l’Italia, che le ha però permesso di costruire lo splendido argento nell’inseguimento. Nel crollo di Tandrevold, Vittozzi si è trovata a battagliare da sola con le francesi, Simon, Braisaz-Bouchet e Jeanmonnot. Nell’individuale è poi arrivata quella gloria che cercava, la prima medaglia d’oro individuale, il primo grande traguardo che cercava. Poi, due giorni dopo, l’argento nella single mixed relay e la domenica l’argento anche nella mass start dietro un’imbattibile Braisaz-Bouchet.

Vittozzi vince l’oro iridato a Nove Mesto. Foto credit: Dmytro Yevenko.
Dopo una settimana di pausa, si va ad Oslo con l’incognita delle energie rimaste dopo l’evento iridato. Vittozzi è stata brava a gestire una situazione per lei nuova, con tante richieste mediatiche, mille interviste che avrebbero potuto distrarla. Lei stessa ha ammesso lo stress, a Oslo in parte si è visto, con qualche errore di troppo al tiro e delle occasioni lasciate per strada, ma sono sempre arrivati punti preziosi, con un quarto e quinto posto, più la coppa di specialità individuale assicurata, la terza in carriera. Quel weekend, mentre le francesi avevano dato l’impressione di essere stanche mentalmente e fisicamente, Tandrevold sembrava trasformata rispetto al Mondiale, mettendo tra sé e le rivali un buon margine di vantaggio. Abbastanza per la Coppa del Mondo? Forse, ma Lisa ha continuato a crederci.

Lisa Vittozzi festeggia con Kähkönen la vittoria della coppa di specialità individuale. Foto credit: Dmytro Yevenko.
Si è così andati in Nord America, dove Vittozzi ha corso delle gare di un’intelligenza fuori dal comune, ma soprattutto ha fatto il salto di qualità, è riuscita a ottenere il massimo da sé stessa nel momento più importante, come solo i grandi campioni sanno fare. Una sprint affrontata per lo zero, con grande attenzione, dove ha ottenuto un buon quarto posto, anche se davanti Braisaz-Bouchet e Tandrevold avevano ottenuto un primo e un secondo posto. Le cose sembravano mettersi male dopo l’errore a terra nell’inseguimento, ma lì, Vittozzi non si è distratta, è andata a tutta sugli sci ed è stata perfetta al tiro fino al secondo posto finale e anche con rammarico per quei 15 punti buttati nel finale con Jeanmonnot. Il crollo di Braisaz-Bouchet e soprattutto di Tandrevold hanno riaperto i giochi per la generale e l’impressione è che Vittozzi vi sia arrivata nelle migliori condizioni fisiche e mentali.

Sprint e inseguimento. Lisa Vittozzi stravolge la classifica generale a Canmore.
Quindi, si è arrivati a Canmore e lì Vittozzi ha firmato il suo grande capolavoro. Una sprint da campionessa assoluta, vinta con un doppio zero e un grande passo sugli sci, brava anche a lavorare bene ogni colpo al poligono. Poi un inseguimento affrontato con la massima intelligenza, la consapevolezza di ciò che dovesse fare e la capacità di gestire le forti pressioni, fino alla vittoria. Le altre sono tutte crollate, alcune stanche dopo una lunga stagione affrontata tra mille pressioni anche extra sportive, vedi Braisaz-Bouchet e soprattutto Simon, oppure crollate sotto il peso della tensione, di quelle pressioni mai provate in precedenza in carriera, come Tandrevold.

A vincere è stata Vittozzi, la migliore per tutta la stagione, per la capacità di ottenere risultati importanti con intelligenza anche quando giù fisicamente, ma soprattutto di fare quel passo in più, il salto di qualità, nei momenti decisivi. Una dote che hanno solo i campioni più grandi dello sport e oggi Vittozzi è in quell’Olimpo, conquistato, paradossalmente, nel giorno della sua peggior gara dell’anno, solo per ricordarci che alla fine anche i grandi campioni sono umani e sentono emozioni.

Goditela Lisa!

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