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Sci di fondo

Sci di fondo – Johannes Klæbo, sedici vittorie in stagione potrebbero non bastare. Ecco cosa gli serve per vincere la Coppa del Mondo …

Tredici vittorie in Coppa del Mondo. Sono tante quelle conquistate da Johannes Høsflot Klæbo in stagione, rispetto alle appena quattro del leader della classifica generale, Harald Østberg Amundsen. Eppure alla vigilia dell’ultima tappa, lo svantaggio di Klæbo dal primo posto della classifica generale è addirittura di 157 punti. Da assegnare, quando mancano sprint a classico, individuale a classico e mass start a skating, vi sono ancora 345 punti (compresi i 15 punti della qualificazione alla sprint, più i 30 di bonus dei traguardi volanti della 20 km di domenica).

Se Klæbo dovesse fare punteggio pieno, raccogliendo tutti i 345 punti a disposizione, arriverebbe a 2603 punti. Ciò significherebbe che per vincere, Amundsen dovrebbe arrivare a 2604, perché in caso di parità il successo andrebbe al suo connazionale, avendo ottenuto più vittorie. Insomma, alla vigilia di Falun, Amundsen sa di dover ottenere quindi 189 punti per non correre alcun rischio, immaginando un Klæbo ad altissimo livello.
Premesso che, come si è visto già a Holmenkollen, immaginiamo che altri fondisti non andranno a disturbare in occasione dei traguardi volanti, quindi qualche punto probabilmente lo raccoglierà già lì, almeno 10 se proprio dovesse andar male, diciamo che alla fine ad Amundsen potrebbero bastare addirittura tre undicesimi posti, si avete capito bene, undicesimi, per ottenere altri 180 punti. Insomma, giudicato anche il valore dell’atleta, che probabilmente lotterà per la vittoria almeno nell’individuale a classico e ha nelle corde quantomeno la semifinale della sprint e la possibilità di ottenere qualche punto bonus, deve accadere proprio un cataclisma per vedergli perdere la generale.

L’ha meritata? Chi vince merita sempre. Questo è il regolamento ed il punteggio, lui è stato bravo a mantenere continuità, stringere i denti per essere sempre presente e fortunato a non ammalarsi mai. Certo, però, al momento Amundsen ha ottenuto dieci podi in stagione, Klæbo tredici vittorie. E se Klæbo dovesse arrivare addirittura a sedici vittorie stagionali, un numero che sarebbe impressionante, comunque non vincerebbe la generale di fronte a tre undicesimi posti e una decina di punti di bonus. Insomma con dieci podi contro sedici vittorie, Amundsen sarebbe ugualmente il vincitore. Cosa che dovrebbe far pensare alla credibilità di questo sistema di assegnazione dei punti.

Amundsen sarebbe un vincitore degno? Si, assolutamente, degnissimo, perché il norvegese è un atleta completo, bravo in ogni format di gara, competitivo a skating quanto in classico, bravissimo anche nel migliorare anno dopo anno. Nella prima parte di stagione è stato anche ad altissimo livello, tanto da battagliare con lo stesso Klæbo, salendo sul podio anche nella sprint di Trondheim. Nella seconda parte di stagione, invece, è stato un atleta diverso, forse ha cercato di risparmiare energie, di non correre rischi, speculando sul suo vantaggio e cercando di "limitarsi" a portare a casa la Coppa del Mondo. Forse, il sistema di punteggio ha penalizzato in qualche modo pure lui, lo ha condizionato, non lo ha spinto a lottare per vincere ma per piazzarsi, per restare sano, per non stancarsi, proprio ciò che va contro lo spettacolo e lo spirito dello sport: lottare per vincere. Ed è questo il grande paradosso.

Ma se al mondo dello sci di fondo che tutto insieme compone la FIS, dirigenti della federazione internazionale ma anche quelli nazionali, allenatori e pure atleti stessi, che hanno peso nelle varie commissioni, formando tutti insieme il mondo FIS, va bene così, noi ci limitiamo ad alzare le mani, oppure semplicemente ci mettiamo in ginocchio, in preghiera per una disciplina splendida che sembra aver da tempo perso la retta via.

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