A soli 19 anni, spesso paragonata a Neuner e Dahlmeier, Selina Grotian è una delle rivelazioni della stagione del biathlon – assieme a Julia Tannheimer, altra giovanissima che dimostra la salute invidiabile del movimento tedesco femminile. Ad Oestersund è salita sul podio in staffetta alla sua terza partenza in una gara di Coppa del Mondo e ai Mondiali ha messo al collo la medaglia di bronzo nello stesso format dopo essere finita ai piedi del podio nell’Individuale vinta dall’azzurra Vittozzi.
Se non bastassero questi pochi dati a definirla come portabandiera della Germania del futuro, c’è anche la sua maturità sul poligono, e la velocità con cui ha bruciato le tappe fino ad approdare neanche ventenne in squadra A.
A parlare di questa grande speranza – ormai a dire il vero più una realtà – per il biathlon teutonico è Miriam Goessner (diventata Miriam Neureuther dopo aver sposato lo sciatore alpino Felix Neureuther nel 2017), due volte medaglia d’oro nelle staffette ai Mondiali 2011 e del 2012 assieme a Tina Bachmann, Andrea Henkel e Magdalena Neuner.
«È sempre difficile descrivere qualcuno a cui non sei veramente vicino. Conosco Selina e suo fratello (Tim, ndr) ormai da un po’, perché ci siamo allenati nello stesso posto. Ma a causa della differenza di età posso giudicare solo da quello che sento dai media e dagli allenatori » ha commentato a Sport1 «Ma posso dire questo: ha buone premesse perché può sciare all’attacco e anche tirare bene. E se fai quattro serie senza errori ai Mondiali, vuol dire che sai davvero sparare. Ora si tratta di perseverare, continuare ad allenarsi, diventare più stabili e mettere tutto insieme. Ha assolutamente tutto quello che serve. Sarei davvero felice se funzionasse per lei»
Nell’intervista al canale televisivo tedesco, Neureuther ha parlato anche di uno degli argomenti cardine della stagione 2023/24, lo sport e la maternità, che ha tenuto tanto banco tra gli esperti visti i risultati ottenuti in stagione, e in particolare ai Mondiali, da atlete come come la francese Justine Braisaz-Bouchet o la lettone Baiba Bendika.
«Dopo la nascita della nostra prima figlia, ci ho pensato. Molte persone mi avevano detto che ero ancora la benvenuta, ma senza mia figlia. E non volevo questo. Avrei avuto difficoltà a continuare una carriera e a mettere la maternità su un piano di parità. Attenzione però: è fattibile e deve poter essere fattibile. Penso che sia grandioso che donne come Angelique Kerber (una tennista tedesca) lo dimostrino. È anche vero che come madre scopri dentro di te punti di forza completamente diversi, che sviluppi un nuovo rapporto con le cose, una nuova serenità che ti aiuta assolutamente nello sport – e questo di solito non è un problema dato che la carriera di un padre continua. Per le mamme che praticano sport invernali invece la porta è ancora relativamente chiusa, almeno in Germania »