La Coppa del Mondo maschile di sci di fondo è davvero riaperta? Difficile immaginarlo, dal momento che, dopo il weekend di Lahti, il vantaggio di Amundsen su Klæbo è ancora di 236 punti. A non correre in aiuto di una rimonta vi è un sistema di assegnazione dei punti che non finiremo mai di definire sbagliato.
Eppure un po’ il grande campione dello sci di fondo internazionale potrebbe anche iniziare a sperarci, se si considera che alla vigilia della tappa finlandese era di 330 punti. Vero, rimontare non è semplice, considerato che un misero undicesimo posto regala 60 punti, ma Klæbo può davvero provarci. Alla fine della stagione mancano ancora 5 gare, di cui due sprint in classico e una mass start da 20 km a skating che vanno a favore di Klæbo. Amundsen ha a suo favore, invece, la 50 km di Holmenkollen e l’individuale a classico di Falun, nelle quali sarebbe però sorprendente vedere Klæbo oltre la top six, e un sesto posto assegna 75 punti. Certo con appena 500 punti a disposizione sembra difficile recuperarne tanti, perché ad Amundsen basterebbe ottenerne 364, arrivando più o meno sempre tra il sesto e settimo posto.
Ma bisogna fare i conti con i bonus points, che nello splendido punteggio della Coppa del Mondo di sci di fondo incidono in maniera forse un po’ eccessiva. Nelle sprint si assegneranno 15 punti ad ogni qualificazione vinta, quindi si può immaginare che Klæbo possa conquistarne 30, mentre Amundsen probabilmente riuscirà a farne, ma certamente sarà dura per lui chiudere tra i primi. Poi ci sono i famosi bonus points, che nell’arco di una competizione incidono in maniera sproporzionata rispetto al punteggio finale. Come per la qualificazione, i punti vanno ai primi dieci dei vari traguardi volanti, con 15 punti al primo, 12 al secondo, 10 al terzo e così via fino a un punto per il decimo. A Oslo saranno addirittura sei i traguardi volanti, quindi la bellezza di 90 punti, quanto un terzo posto finale, più due che sono programmati a Falun, quindi altri 30 punti. Insomma ben 120 punti di bonus. Se si considera che un traguardo volante vede 3 punti di differenza tra il primo e il secondo, rispetto ai 5 di differenza che vi sono invece tra il vincitore e il secondo classificato al termine della gara, si capisce quanto questo possa incidere.
Insomma i discutibili bonus points possono correre in aiuto di Klæbo e rendere possibile ciò che sembra impossibile, dopo il forfait al Tour de Ski. Se la coppa è ancora aperta si deve però ringraziare questo fenomeno, capace di vincere la bellezza di 11 gare in questa stagione (Amundsen ne ha vinte 3 più il Tour de Ski, ndr), capace di restare in lotta nonostante un sistema di assegnazione dei punti che premia eccessivamente la presenza rispetto al risultato. Non a caso, dopo Lahti, con il vecchio punteggio Klæbo avrebbe 5 punti di vantaggio su Amundsen, nonostante l’assenza al Tour de Ski che allora assegnava anche più punti. Questo per far comprendere la portata del dominio di Klæbo e della follia di questo sistema di assegnazione dei punti.
Amundsen è un grandissimo atleta e meriterebbe di coronare la sua stagione vincendo la Coppa del Mondo e gli auguriamo di prendersela magari con una bella vittoria a Holmenkollen o in un’altra delle prossime gare. Di là c’è però un fenomeno, che forse è troppo grande per lo sci di fondo attuale, soprattutto ora che non ha con sé il suo più grande rivale. Certo sarebbe folle se dovesse riuscire nella sua rimonta grazie all’importanza sproporzionata assegnata ai bonus points, anziché alla bellezza di undici vittorie in stagione.