Undici a tre. No, non è il risultato di una partita squilibrata di calcetto, ma il calo di medaglie della Svezia a un anno di distanza tra i Mondiali di Oberhof e quelli di Nove Mesto. In Repubblica Ceca l'onore svedese è stato salvato parzialmente solo dai tre giri di penalità collezionati da Vetle Sjåstad Christiansen, grazie ai quali si è potuto vincere l'oro nella staffetta maschile, per il resto è stata una spedizione molto deludente, con nessuna medaglia in gare individuali.
Gli svedesi, apparsi sottotono a livello atletico e mentale, hanno dunque confermato a Nove Mesto tutte le difficoltà avute in stagione. E in patria hanno logicamente raccolto critiche. A quelle più dure e ingiuste una delle più indiziate a fare bene a Nove Mesto - Elvira Öberg - ha risposto.
«Il Mondiale era iniziato bene con una medaglia nella staffetta mista, ma poi ho accusato un po' di stanchezza. Lo Sprint e l'Inseguimento sono andati abbastanza bene. Dopo l'Individuale non ero molto soddisfatta, ma credevo che non fosse stata la mia giornata», queste le parole di Öberg al podcast Vinterpasset. La prova di 12,5 km, chiusa al 30esimo posto con quattro errori al poligono, non è stata certo positiva per la minore delle sorelle Öberg, che però avrebbe voluto che i media nazionali sottolineassero il cambiamento delle condizioni della pista nel corso della gara.
«Sono entrata su un sito e ho letto una critica piuttosto dura su di me da parte di uno degli esperti. È stato un momento difficile, menomale che avevo mia sorella maggiore Hanna, che ha molta esperienza, a darmi supporto in quella situazione. È stata piuttosto dura», ha continuato. «In questo caso particolare, mi sono sentita infastidita. Non credo che ci fosse alcun senso a scrivere quelle frasi, molte cose hanno reso tutto più difficile».