Filip Fjeld Andersen sembrava destinato ad essere il futuro del biathlon norvegese fino a pochissimo tempo fa. Eppure, oggi, il 24enne sembra sparito dai radar dopo una pre-season convincente. Formalmente, Andersen è ancora parte del team élite della nazionale norvegese, tuttavia i Mondiali di Nove Mesto, così come il resto delle competizioni della stagione di Coppa del Mondo, li ha visti solo alla tv.
Dopo Aleksander Fjeld Andersen, suo fratello maggiore, ritiratosi alla fine della scorsa stagione prematuramente dopo non essere rientrato nella nazionle sviluppo a sorpresa, il biathlon perderà anche Filip? In un sistema altamente competitivo come quello del biathlon norvegese, in cui agli atleti è richiesto di essere al 100% subito e in ogni singola gara, è inevitabile chiedersi quale possa essere il suo destino. Ai microfoni di TV2 il biatleta ha raccontato quale sia al momento la sua situazione.
«È lontana dallo scenario dei sogni. I tempi sono stati duri, non lo nascondo. Non ho una risposta chiara su cosa c'è che non va: la stagione è iniziata abbastanza bene, ma poi sono peggiorato dopo Kontiolahti (IBU Cup, ndr). Il mio corpo non risponde bene alle sessioni più dure. Sento di fare due passi avanti negli allenamenti e tre indietro nelle gare. È difficile trovare la motivazione, ma cerco di pensare a lungo termine.»
Solo un paio di stagioni fa era sul podio in Coppa del Mondo, sia in staffetta che nelle gare individuali, ottenendo un secondo e un terzo sport nelle sprint di Kontiolahti e Annecy nella stagione 2021/22. Adesso, invece, è in Coppa di Norvegia e anche lì sta faticando per ottenere dei risultati che possano farlo salire di categoria e questo, inevitabilmente, va a minare la fiducia sulle proprie capacità, in uno sport in cui anche la componente mentale è cruciale. Lo scorso Natale ha iniziato le vacanze anticipatamente essendosi ammalato di influenza suina, tuttavia, sembrava essersi ripreso bene come conferma anche il compagno di allenamenti Velte Sjåstad Christiansen, cresciuto con lui nel team di Geilo.
«Ci siamo allenati un po' insieme a Natale. Mi ha schiacciato durante la dura sessione a casa a Geilo. La settimana successiva io vado a Ruhpolding e vinco, e lui va in Coppa di Norvegia e non entra nemmeno nella top ten. È un po' incomprensibile anche per noi.»
Per capire cosa stia succedendo il classe 1999 ammette di essersi sottoposto ad un check-up medico completo per verificare se tutto è corretto e la risposta dell'équipe sanitaria è stata che sì, tutto è come dovrebbe essere.
«È dura. Il biathlon è qualcosa a cui dedico la mia vita, e quando le cose non funzionano è molto frustrante, è facile che le cose possano iniziare a sembrare fallimentare. Una brutta gara sembra una sconfitta. Diventa quasi una crisi di identità.»
Per fortuna, almeno dal punto di vista della vista privata, Filip Fjeld Andersen può ancora contare su un sostegno importante giorno dopo giorno.
«Nella mia sfera privata le cose stanno andando molto bene. Vivo con la mia ragazza e lei mi sostiene nel bene e nel male. Sarebbe stato molto più difficile senza di lei»