La gioia è incontenibile sul volto di Gus Schumacher, protagonista a sorpresa della 10 km in tecnica libera di Minneapolis. Quando tutti si aspettavano sulla cima del podio la bandiera a stelle e strisce di Jessie Diggins, ecco che a prendersi la scena sulle nevi di Theodore Wirth Park è stato il biondino dal sorriso innocente e le spalle larghe. Una vittoria tanto meritata dal fondista originario di Anchorage, in Alaska, quanto voluta dal pubblico di casa, che da mesi aspettava questo momento e ha riempito ogni tratto del bel percorso all’interno del parco al centro di Minneapolis. Una gara insolitamente veloce (conclusa in poco più di 20 minuti), in cui Schumacher è sembrato galleggiare sulla neve, per poi lasciarsi andare in un pianto incredulo e ricco di emozione quando da seduto sul trono da leader si è reso conto che gli avversari stavano cadendo a uno a uno alle sue spalle.
La vittoria di Schumacher a Theodore Wirth Park rappresenta qualcosa di storico: bisogna infatti risalire al mitico Bill Koch – padre dello skating – per ritrovare una vittoria statunitense in una gara distance, datata addirittura 1983. Questo spiega l’entusiasmo incontenibile del fondista classe 2000, che al traguardo ha ricevuto i complimenti da tutti. Ma proprio tutti. Dagli altri atleti, dagli allenatori, da Jessie Diggins – corsa verso di lui per abbracciarlo come se avesse vinto un’Olimpiade – e da Johannes Høsflot Klæbo che non ha esitato ad avvicinarsi per abbracciarlo come ad ammettere: “Questa volta sei stato tu il migliore”. Emblematico lo scambio di battute tra Schumacher e Amundsen, in cui lo statunitense risponde ai complimenti del norvegese con uno scherzoso “grazie per esserci andato piano”.
Eppure il merito è tutto suo. O meglio, suo e delle centinaia di tifosi che lo hanno accompagnato curva dopo curva. Un copione che Schumacher spiega bene a fine gara, intervistato a Eurosport: “E’ difficile da credere. Sono grato a tutto il team e a tutti coloro che sono qui. Sono consapevole che questo rappresenta qualcosa di davvero grande per la nostra squadra. Adoro lavorare con questi ragazzi – ammette Schumacher trattenendo a stento le lacrime – spero che questa sia la prima di tante vittorie. È stata una stagione incredibile. Grazie a tutti per essere venuti, questo è il giorno più bello di sempre!”. Parlando poi della gara nello specifico, il talento targato USA aggiunge: “Il tifo è cresciuto sempre di più sul percorso. Nella penultima salita ho sentito tutti i fan cantare insieme il ‘USA Chant’ (scandendo all’unisono U-S-A, ndr) e non riuscivo più a sentire il mio corpo. Sapevo che stavo andando forte e sapevo anche che potevo andare più forte. Non sapevo che avrei potuto vincere questa gara, ma ho dato tutto quello che avevo come faccio ogni volta. Tutto è andato in modo perfetto”. Insomma, la vittoria di Schumacher oltre a emozionare tutti ha contribuito a ricordare che la motivazione e la voglia di vincere possono spesso valere molto più dei banali pronostici. L’impressione è che questo possa davvero essere il primo di una serie di futuri successi. Ma quello, solo il tempo lo dirà.
Sci di fondo – La vittoria perfetta di Schumacher a Minneapolis: dall’abbraccio con Klæbo alle lacrime di gioia
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