Biathlon | 19 febbraio 2024, 15:40

Biathlon - L'italiano Petitjacques, la norvegese Lie e 5 francesi: il Belgio che ha corso a Nove Mesto è un mix di culture

Biathlon - L'italiano Petitjacques, la norvegese Lie e 5 francesi: il Belgio che ha corso a Nove Mesto è un mix di culture

I Mondiali di Nove Mesto appena conclusi sono stati segnati da un dominio incontrastato di poche nazioni, che ha lasciato pochissimo spazio agli outsider, tanto nei format individuali, quanto in quelli di squadra. Sono pochissime le eccezioni, con il solo Andrjs Rastorgujevs a portare la Lettonia in un medagliere che altrimenti non si sarebbe schiodato da Francia, Norvegia, Italia, Svezia e Germania. Eppure, andando a scandagliare le altre nazioni, sono molte le storie che emergono e che vanno ad aggiungere ulteriore colore al racconto della rassegna iridata. Tra queste, non può non essere menzionata la situazione del Belgio, presentatosi al via dei Mondiali con un contingente a dir poco variopinto, che accoglie atleti provenienti da diverse parti d’Europa.

Una formazione “multietnica” quella gestita dal francese Clément Dumont, che nello staff ha accolto da quest’anno anche la norvegese Margit Dahl Soerensen, che si occupa di allenare il tiro. Ciò che più fa specie è che tra i 9 atleti del Belgio che hanno partecipato ai Mondiali di Nove Mesto, soltanto 2 sono belgi di nascita, mentre gli altri 7 provengono da altre nazioni e si sono uniti alla formazione belga solo in seguito all'ottenimento della nazionalità sportiva. In questo senso, il caso più vicino a noi è sicuramente quello di Julien Petitjacques – biatleta italiano che però ha scelto di rappresentare il Belgio in ragione delle origini della mamma Ingrid – che proprio in questi Mondiali ha trovato il suo esordio sul palcoscenico internazionale.

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Ma Petitjacques non è l’unico esempio. Tra gli atleti belgi con doppia nazionalità spicca anche il nome di Lotte Lie, norvegese che rappresenta il Belgio in Coppa del Mondo in seguito al cambiamento della sua nazionalità sportiva. Proprio su di lei, all’indomani della fine dei Mondiali di Nove Mesto, si concentrano le attenzioni della Norvegia che al femminile lamenta risultati a dir poco deludenti nelle due settimane in Repubblica Ceca. Dando un occhio ai numeri, che hanno visto in grande difficoltà Ingrid Landmark Tandrevold e compagne nei format individuali, non è folle affermare che sia stata proprio Lotte Lie la migliore “norvegese”. Per lei dopo il 27° posto nella sprint, i Mondiali sono andati in crescendo: prima la bella rimonta con una 20ª piazza nell’inseguimento, poi un 18° posto nell’individuale e infine un bel 14° posto nella mass start.

Per il resto, la multietnica composizione della squadra belga vede una foltissima rappresentanza francese. Il nome più altisonante è sicuramente quello di Florent Claude, fratello di Fabien Claude della Francia, che è nato a Remiremont nella zona nord orientale dell’esagono francese. Come lui sono nati in Francia anche il classe 2000 César Beauveais, la 2002 Maya Cloetens e la ‘99 Eve Bouvard. Leggermente diversa la situazione della 2005 Marine Debloem, che come Petitjacques ha debuttato nella staffetta femminile a Nove Mesto, nata in Belgio ma in possesso anche della cittadinanza francese. Rimangono fuori da questa conta degli “oriundi” Thierry Langer e Marek Mackels, gli unici due atleti al 100% belgi che hanno preso parte alla rassegna iridata. In comune, Langer e Mackels hanno le origini legate alla zona di Elsenborn, al confine con la Germania. Per quanto riguarda Mackels, poi, vista l’internazionalità della squadra belga, non sorprende che viva e si alleni a Östersund, in Svezia. A riconferma di quanto questa squadra sia un vero e proprio mix di culture.

Fausto Vassoney