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Biathlon – Tarjei Bø: “Con un 19/20 avrei detto di essere da oro. Ma c’era mio fratello…”

NOVE MESTO – Il primo degli umani nella Individuale 20 km dei Mondiali di biathlon ha lo stesso cognome dell’extraterrestre. Si chiama Tarjei e non ha problemi a dire che con la gara di ieri a condizioni normali si sarebbe aspettato un oro. Peccato che ci fosse anche Johannes Thingnes, tornato autoritario e autorevole come lo scorso anno.
L’esperto norvegese ha parlato in conferenza stampa della sua gara e di un ottimo 19/20, con l’unica macchia nel suo primo poligono in piedi: «L’errore talvolta aiuta, perché è come se la pressione salisse quando non hai commesso errori al poligono. Mi sono sentito molto calmo, sapevo che gli sci erano buoni. Con un 19/20 avrei detto che questa sarebbe stata una medaglia d’oro, ma c’era anche mio fratello. Sono contento della mia prestazione», queste le sue parole dopo la Individuale. «È stato un bene che Johannes sia partito prima di me, perché ho visto che ho perso dai 7 ai 10 secondi a giro. Sapevo che se avessi sparato meglio lo avrei battuto, ma abbiamo avuto lo stesso numero di errori e mi ha dato un minuto. È stata una buona gara, Johannes era sul suo livello a parte, ma credo che io fossi sul "livello numero due", anche io avevo un grande margine sul terzo: è stato un grande giorno per i fratelli Bø, il tracciato e queste condizioni dure si adattano bene alle nostre caratteristiche e abilità naturali. Siamo nati per queste gare toste e ci piace quando c’è da lottare».
«Il mio morale era abbastanza basso dopo l’Inseguimento: talvolta quando non ottieni i risultati riesci a non farti influenzare, ma questa volta l’ho accusata molto, perché mi sono sentito molto fragile a livello mentale, incapace di tenere sotto controllo il momento. Prima della gara mi sono detto che non avrei fatto lo stesso un’altra volta, quindi lo zero all’ultimo poligono è stato il mio riscatto mentale. È stata dura, ma è davvero bello quando sei capace di rifarti in questa maniera».
Per Bø quella di ieri è stata la decima medaglia ai Mondiali in gare individuali. Un percorso iniziato 13 anni fa nell’edizione russa di Khanty-Mansiysk: «Mi piace competere, penso che sia la chiave. Mi piace lottare: non vincerò o prenderò medaglie ogni volta, ma sono abituato a rialzarmi tra una gara e l’altra o una stagione e l’altra. La forza mentale è il segreto, non mi arrendo mai, e oggi ha funzionato ancora una volta». 
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