Sono passati sette giorni dal colpo di pistola che ha sancito la partenza della staffetta mista, nonché l’inizio ufficiale della rassegna iridata di Nové Město na Moravě. Con non poche difficoltà, meteo e condizione della neve su tutte, si sono disputate le competizioni della prima metà dei mondiali, che si sono archiviati con i sorrisi e le braccia al cielo di Lisa Vittozzi. Oggi, però, è un altro giorno ed è stato assegnato (settimo dei dodici allori dei Campionati Mondiali) il titolo nella 20km maschile, la decana delle gara nel mondo del biathlon, la più vicina all’essenza con cui è stato fondato questo sport.
Nel giorno dedicato alle coppie a all’amore ci siamo innamorati per l’ennesima volta di sua maestà Johannes Thingnes Bø (1+0+0+0). Il norvegese ha conquistato il nono titolo mondiale raggiungendo la pietra miliare di almeno due successi in ogni format (sprint 2015-2019-2023, pursuit 2023-2024, individuale 2023-2024 e mass start 2016-2020). Ha disintegrato la concorrenza, dopo l’errore a terra si è inferocito dando distacchi abissali a tutti, abbiamo assistito quasi a una replica di Oberhof. La medaglia d’argento rimane una questione Bø, il fratello maggiore Tarjei (0+1+0+0) sale nuovamente sul podio di una 20km dopo il titolo conquistato nel 2011 a Khanty-Mansijsk e il bronzo di Östersund nel 2019. Conquista il gradino più basso il tedesco Benedikt Doll (0+0+0+1), il teutonico ritorna sul podio mondiale di una gara individuale dopo l’oro nella sprint a Hochfilzen nel 2017.
Se tanto si gioisce in casa Italia nel format con il settore femminile, ben diversa è la situazione in campo maschile. Bisogna però dire che il 9 marzo 2023 a Östersund, Tommaso Giacomel ha ottenuto il primo podio individuale in Coppa del Mondo proprio in una 20km, arrivato grazie al passo sugli sci e in contumacia di qualche assenza tra i norge. Lo staff tecnico azzurro, come ci si poteva aspettare alla vigilia, ha effettuato un cambiamento nel quartetto presente in startlist (in ordine di pettorale): Lukas Hofer, Tommaso Giacomel, Didier Bionaz ed Elia Zeni -che sostituisce Patrick Braunhofer-. Il classe 1989 Lukas Hofer (1+0+0+3), è stato il migliore della squadra italiana, chiude al 24° posto. Il biatleta del C.S. Carabinieri ha mantenuto il ritmo alto per tutta la tornata iniziale, ma un bersaglio sbordato -primo errore del suo mondiale- gli ha imposto di condurre una gara più all’attacco. Sino al quarto giro è rimasto ai vertici della classifica, grazie a una prestazione solida sugli sci stretti. Negli ultimi chilometri ha accusato lo sforzo e al poligono ha pagato un conto salato. Gli altri italiani si sono classificati rispettivamente: 45° Tommaso Giacomel (0+3+2+1), 49° Didier Bionaz (2+0+0+2) -non ci sarà nella mass start- e 53° Elia Zeni (1+1+0+)
La gara si è svolta fortunatamente all’asciutto. Il continuo trattamento della neve da parte dell’organizzazione ha reso più scorrevole la pista per i primi pettorali che si sono presentati in pista. Ma l’azione del sale con il passare degli atleti e il rimanere delle temperature elevate (6/7° gradi centigradi) ha disintegrato il tracciato, rendendo impossibile la disputa della competizione per i pettorali sopra al 30. Guardando oltre i tre atleti sul podio in flower ceremony hanno partecipato il lettone Andrejs Rastorgujevs, Emilien Jacquelin e Quentin Fillon Maillet, il quarto e il sesto hanno sfruttato oltremodo il pettorale di partenza.
La classifica dedicata al course total time ripropone la coppia Bø al vertice, i tempi sono viziati dalla condizione della neve, ma una nota si può fare su Eric Perrot (pettorale 36). Il giovane transalpino chiude all’ottavo posto al traguardo e prende "solo" +1:33.5 da Johannes Bø, sottolineando la condizione fisica eccezionale. Al poligono abbiamo avuto un unico zero, il russo di Corea Alexandr Starodubets si fregia di questo novero, ma finisce la gara al 35° posto (distacco di +6:30.3).
La classifica dedicata al course total time ripropone la coppia Bø al vertice, i tempi sono viziati dalla condizione della neve, ma una nota si può fare su Eric Perrot (pettorale 36). Il giovane transalpino chiude all’ottavo posto al traguardo e prende "solo" +1:33.5 da Johannes Bø, sottolineando la condizione fisica eccezionale. Al poligono abbiamo avuto un unico zero, il russo di Corea Alexandr Starodubets si fregia di questo novero, ma finisce la gara al 35° posto (distacco di +6:30.3).
La rassegna iridata ceca proseguirà nella giornata di domani con l’assegnazione del titolo nella single mixed, l’anno scorso la coppia Tommaso Giacomel-Lisa Vittozzi conquistò il bronzo ad Oberhof. Seguirà un giorno di meritato riposo -venerdì- in vista dei botti del fine settimana.
CLASSIFICA FINALE TOP TEN
1° J.T. Bø (NOR) 45:49.0 (1+0+0+0)
2° T. Bø (NOR) +58.9 (0+1+0+0)
3° B. Doll (GER)+ 1:53.5 (0+0+0+1)
4° A. Rastorgujev (LAT) +2:50.2 (0+1+0+1)
5° E. Jaquelin (FRA) +3:03.2 (1+0+0+0)
6° Q. Fillon Maillet (FRA) +3:16.2 (2+1+0+0)
7° S. Samuelsson (SWE) +3:28.7 (1+1+0+1)
8° E. Perrot (FRA) +3:32.1 (2+1+0+0)
9° J. Fak (SLO) +3:35.6 (0+1+0+0)
10° T. Mikyska (CZE) +4:14.9 (0+0+0+1)
2° T. Bø (NOR) +58.9 (0+1+0+0)
3° B. Doll (GER)+ 1:53.5 (0+0+0+1)
4° A. Rastorgujev (LAT) +2:50.2 (0+1+0+1)
5° E. Jaquelin (FRA) +3:03.2 (1+0+0+0)
6° Q. Fillon Maillet (FRA) +3:16.2 (2+1+0+0)
7° S. Samuelsson (SWE) +3:28.7 (1+1+0+1)
8° E. Perrot (FRA) +3:32.1 (2+1+0+0)
9° J. Fak (SLO) +3:35.6 (0+1+0+0)
10° T. Mikyska (CZE) +4:14.9 (0+0+0+1)
Gli italiani
24° L. Hofer +5:30.9 (1+0+0+3)
45° T. Giacomel +7:17.4 (0+3+2+1)
49° D. Bionaz +7:39.9 (2+0+0+2)
53° E. Zeni +8:08.4 (1+1+0+0)
Per la classifica completa, CLICCA QUI
24° L. Hofer +5:30.9 (1+0+0+3)
45° T. Giacomel +7:17.4 (0+3+2+1)
49° D. Bionaz +7:39.9 (2+0+0+2)
53° E. Zeni +8:08.4 (1+1+0+0)
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