Biathlon - 14 febbraio 2024, 06:01

Biathlon - Oro Vittozzi, l'emozione di Jonne Kähkönen: "Mi ha lasciato senza parole"

Foto credit: Dmytro Yevenko

Si è presentato al poligono nel giorno dell’individuale femminile senza capelli, completamente pelato, dopo averli lasciati rasare a Lisa Vittozzi per scommessa, a seguito dell’argento vinto nell’inseguimento. Tanti allenatori e giornalisti hanno iniziato a scherzare e ridere con Jonne Kähkönen prima e dopo l’azzeramento, poi però già nel corso della gara è iniziata la sfilata di allenatori andati a complimentarsi con lui e il team italiano per la vittoria di Lisa Vittozzi.

Un titolo mondiale che ha emozionato Jonne Kähkönen, la cui avventura da allenatore di tiro della squadra femminile sta avendo grandissimo successo, premiando appieno la scelta del direttore tecnico Klaus Höllrigl di portarlo in Italia e l’investimento della FISI.

«Dopo la medaglia nell’inseguimento, Lisa (Vittozzi, ndr) aveva detto di essere senza parole – ha affermato Kähkönenora lo sono io, sono rimasto senza parole. È stato qualcosa di incredibile. Sicuramente l’inizio (del Mondiale) anche quest’anno qui non è stato così facile, come era accaduto nella passata stagione, quando si era ammalata prima dell’individuale. Insomma sembrava fosse sempre un po’ sfortunata e ciò non le rendesse mai facile fare la sua miglior performance. Sicuramente, nella passata stagione è stata fantastica, ed era stato un buon mondiale alla fine.
Ma ora, senza dubbio, con l’oro conquistato e per la performance che ha fatto, sono davvero molto felice».


Un’impresa non semplice quella a cui era stato chiamato Jonne Kähkönen nel maggio 2022, risollevare un’atleta che frettolosamente qualcuno aveva dato per finita. Invece l’allenatore finlandese, fin dal primo dubbio, non ha avuto dubbio alcuno sulla possibilità di vedere Lisa Vittozzi arrivare alla medaglia d’oro. «Fin dal primo giorno in cui sono arrivato, ho capito che era possibile arrivare alla medaglia d’oro. Era evidente il suo potenziale sia sugli sci che al tiro. Lei è una tiratrice eccellente e anche la sua capacità fisica è abbastanza buona per vincere la medaglia d’oro. Ovviamente avevo visto che c’era tanto lavoro da fare e ne avevamo subito discusso appena arrivato. Entrambi siamo disposti a impegnarci al massimo nel lavoro. Inoltre, una cosa di cui abbiamo parlato quest’anno, è che lei mi ha detto di essere una perfezionista e su questo è simile a me. A me piace tanto concentrarmi sui dettagli, ma anche prenderne la giusta distanza, non esagerare nell’andare troppo approfonditamente in essi, ma saper anche fare un passo indietro se necessario».

E adesso? «Ora ci godiamo questa medaglia, ci riposiamo un attimo mentalmente e vediamo di tuffarci sui prossimi impegni, perché c’è ancora mezza settimana di Mondiale».

Senza più capelli, Kähkönen, sempre con il sorriso dopo aver scavalcato la balaustra per andare a farsi una foto con un tifoso del Lisa Vittozzi Plodar Supporters, proveniente dalla Germania, ha ammesso di non avere altre “penitenze” in programma, passando la palla ad altri. «Mi sono già tagliato i capelli. Quindi ora toccherà farlo a qualcun altro della squadra».

Non solo Vittozzi, ovviamente, Kähkönen ha voluto commentare anche le prestazioni di Comola e Passler. «Per quanto riguarda Sammi (Comola, ndr), peccato per quell’errore in piedi, perché è capitato poche volte quest’anno. Un vero peccato, perché oggi era stata davvero molto brava al poligono eccetto per quell’errore, che le ha fatto perdere diverse posizioni. Sugli sci ha fatto molto bene nella prima metà di gara, poi non abbastanza nella seconda. Ho avuto la sensazione che avesse tanta voglia di attaccare la gara, piuttosto che semplicemente farla. È stato bello da vedere come atteggiamento.
Invece su Rebbi, fare una prestazione di alto livello alla prima gara del Mondiale non è mai facile, posso capirlo, ma allo stesso tempo ciò è qualcosa su cui lavorare nei prossimi anni. Quello che le ho subito detto, appena finita la gara, è che è giovane abbastanza per imparare sempre ed essere capace di fare poi il prossimo passo».


Giorgio Capodaglio