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Biathlon – Verso l’individuale, Dorothea Wierer: “L’obiettivo è sparare bene. Il podio di Lisa ha dato tranquillità a tutti. Gli skiman? Fanno un lavoro molto difficile”

È molto rilassata Dorothea Wierer alla vigilia dell’individuale femminile, in programma domani, martedì 13 febbraio, alle 17.10.
La incontriamo poco prima dell’allenamento, mentre si reca in pista con carabina in spalla, in braccio gli sci appena consegnati da Christian Favre, mentre al poligono la aspetta Fabio Cianciana per seguirla dal cannocchiale e in pista c’è Andrea Zattoni pronta ad accompagnarla ed osservarla da vicino passo per passo.

Rilassata e concentrata come sempre Wierer, ma soprattutto l’immagine della serenità, di chi è tornata a godersi le gare, ma soprattutto finalmente scia in una giornata di bel tempo, senza quella fastidiosa pioggia che ha accompagnato la prima settimana del Mondiale. Anche se la neve, purtroppo, è quella che è, non certo veloce come vorrebbe l’azzurra.

«Dopo la prima settimana di gare sto abbastanza bene
– dice Wierer a Fondo Italiaanche se il contesto non è il massimo, vista la neve in pista e questo meteo non proprio invernale. Poi, avendo sempre le gare nel tardo pomeriggio, le giornate diventano davvero lunghe. Diciamo che preferisco gareggiare prima, perché veramente non so che fare prima della gara per ammazzare il tempo. Anche gli orari, soprattutto dopo la gara, si sono spostati più avanti, al punto che vado a dormire all’1.30 e mi sveglio alle 11».

Sorprende la serenità con cui Wierer ha imparato a convivere con la sua condizione attuale, anche se l’impressione è che ora che sta ritrovando forma, sia anche tornata a divertirsi: «L’inizio di stagione è stata una sofferenza, ora la situazione è diversa. La sprint direi che è anche andata molto bene, purtroppo il risultato non è stato il massimo, ma più di così non potevo fare, visto che è anche arrivato il doppio zero. Ieri, invece, ho fatto più fatica. In questo periodo è così, alcuni giorni vanno bene, in altri invece mi sento più debole. Purtroppo ho perso tante ore di allenamento, non ho potuto prepararmi come gli altri».

Nell’individuale Wierer si crea quindi un obiettivo legato soprattutto alla sua prestazione: «L’obiettivo è sparare bene e, se necessario, saper anche reagire dando le tacche giuste, a differenza di ieri. Così non faccio arrabbiare Cianciana (ride, ndr)».

Dopo l’argento vinto da Vittozzi nell’individuale, Wierer è salita sul podio per la foto di tutto il team azzurro insieme alla sappadina. Un’immagine significativa di quanto la finanziera di Anterselva sia legata alla squadra: «Sono stata contenta, ci serviva. Dopo le prime due gare sembrava che ci fosse solo la Norvegia al maschile e la Francia al femminile. Ieri, invece, abbiamo avuto nuovamente dei buoni materiali, Lisa ha fatto una bellissima gara ed è arrivata la medaglia. Ora siamo tutti un po’ più tranquilli, anche i tecnici».

Come fatto già da Hofer nella giornata di ieri, anche Wierer ha voluto dedicare un bel pensiero agli skiman azzurri: «Sono d’accordo con Luki, nemmeno io farei mai il loro lavoro (ride, ndr). Certo, può essere bello, soprattutto se si forma un bel gruppo come il loro, ma allo stesso tempo lavorano proprio tanto, si fanno il mazzo e non sempre basta. Pensate a giornate come la sprint, quando sei uno skiman, testi per tutto il giorno, cerchi prodotti e strutture, ma alla fine non trovi il compromesso giusto e le cose non vanno bene, trovandoti anche a ricevere da fuori tante critiche, perché poi quelle arrivano sempre con facilità.
No, no, non lo farei mai».

Infine Wierer ha parlato anche di sci di fondo, elogiando i risultati ottenuti dalla nazionale italiana ai Mondiali Juniores di Planica. La finanziera di Anterselva è stata molto felice perché ad allenare la squadra, insieme a Matteo Betta, vi è anche suo marito, Stefano Corradini, che raggiungerà Nove Mesto domani per seguirla nella seconda settimana del Mondiale: «Si, conosco alcuni ragazzi, visto che qualcuno è stato già allenato da Stefano in passato. Lui riesce sempre a creare un bellissimo rapporto con i suoi atleti. Mi fa piacere, perché ogni volta che siamo a casa, vedo quanto ci tiene, di quanto sia felice di allenare questi atleti e atlete, che sono tutti molto motivati, non ce ne è uno pigro. Sono contenta per lui, al primo anno si è subito tolto soddisfazioni. Certo, a volte bisogna anche essere fortunati, si hanno delle annate che sono migliori rispetto ad altre, nelle quali magari hai più atleti di valore, ma credo proprio che stiano lavorando molto bene nel settore giovanile dello sci di fondo».

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