Johannes Klæbo è talmente abituato alla vittoria che ormai, quando ne ottiene un’altra, guarda prima a quello che è andato storto. Dopo la 75esima affermazione in Coppa del Mondo, ottenuta ieri nella Sprint a libero di Canmore, il fuoriclasse norvegese si è infatti lamentato della pista canadese.
«Non mi piacciono molto i percorsi come questo. Le discese sono molto lunghe», queste le sue parole a VG. «Mi sono trovato in prima posizione senza sapere bene perché, quindi sono stato costretto ad accelerare nelle retrovie».
«È un percorso difficile anche per me. È davvero difficile trovare la posizione giusta dall’inizio alla fine. Ho provato a fare cose diverse oggi. Bisognava correre in modo diverso, non è un percorso usuale», ha aggiunto ai canali FIS dopo la gara.
La Sprint ha vissuto due momenti ben distinti: per due terzi i sei si sono studiati perché nessuno voleva andare in testa nell’ultima discesa. Klæbo ha rotto gli indugi partendo come un razzo nella parte conclusiva e riuscendo a mantenere la posizione fino al traguardo: «È sempre così con questo tipo di piste. Quando la discesa comincia quando manca così tanto è sempre svantaggioso stare davanti, c’è un po’ di tattica a volere restare dietro».
«È un percorso difficile anche per me. È davvero difficile trovare la posizione giusta dall’inizio alla fine. Ho provato a fare cose diverse oggi. Bisognava correre in modo diverso, non è un percorso usuale», ha aggiunto ai canali FIS dopo la gara.
La Sprint ha vissuto due momenti ben distinti: per due terzi i sei si sono studiati perché nessuno voleva andare in testa nell’ultima discesa. Klæbo ha rotto gli indugi partendo come un razzo nella parte conclusiva e riuscendo a mantenere la posizione fino al traguardo: «È sempre così con questo tipo di piste. Quando la discesa comincia quando manca così tanto è sempre svantaggioso stare davanti, c’è un po’ di tattica a volere restare dietro».