NOVE MESTO - Felice ma provata, la medaglia d’argento fresca al collo, Lisa Vittozzi arriva ai nostri microfoni dopo una gara gestita alla perfezione, che ha di fatto anche spazzato via le preoccupazioni della vigilia inerenti a quella che sarebbe potuto essere un Mondiale in salita viste le premesse della sprint di venerdì. E invece con una condotta al poligono impeccabile è riuscita a cogliere l’opportunità che le si è aperta davanti e a portarsi sul podio dell'Inseguimento dietro a una Simon di fatto ingiocabile – almeno in queste prime due gare individuali. Alla sappadina chiediamo quali sono le sue sensazioni a caldo, visto che il cerimoniale nelle gare in Repubblica Ceca è molto rapido e la premiazione avviene immediatamente al termine della gara.
«Mi sto ancora riprendendo dall’ultimo giro perché è stato un turbine di emozioni. Sono uscita seconda e sapevo che potevo farcela, poi mi hanno detto che le francesi erano molto vicine e ho pensato che dovevo gestire bene quel giro, non dovevo andare a tutta dall’inizio per avere ancora energie nel finale visto che arrivare all’arrivo è lunga e se fossi scoppiata avrebbero potuto prendermi. Ho cercato di gestire al meglio le energie e sono contenta di avere avuto una botta di adrenalina che mi ha fatto mantenere la posizione»
Non era una rimonta facile dopo la sprint, e c’è da chiedersi come si prepara una gara quando si sa che le premesse non sono rosee.
«Io dico sempre che non ci credi è meglio che non parti. Sicuramente sapevo di essere ad un minuto e raggiungere la prima posizione non era semplice ma se non ci credi hai già perso in partenza. Io ci ho creduto fino alla fine. Sapevo di poter fare bene al poligono e sugli sci, perché alla fine nella sprint mi sono sentita bene e quindi ero molto tranquilla. Non avevo nulla da perdere ma tutto da guadagnare, ho fatto una gara perfetta per me»
Un anno fa, ai Mondiali, la 28enne del C.S. Carabinieri aveva dovuto saltare l’inseguimento a causa di un malanno. Oggi festeggia con una medaglia al collo: e forse quel crederci sempre è la chiave di tutto.
«L’anno scorso purtroppo mi sono ammalata e sinceramente ci ho pensato che l’anno scorso ero ai box e quindi ho guardato al lato positivo, ho cercato di sfruttare questo momento che mi si è presentato. Nell’ultimo poligono ho pensato “sei una scema sei ti fai sfuggire questa occasione” perché si era aperto veramente un gran portone e io volevo entrarci. Oggi ero proprio sul pezzo e non avrei permesso di farmi rubare questa medaglia»
Dopo la sprint l’avevamo vista già di morale, per un risultato che, basandosi sulle sue sensazioni, forse le stava stretto: ma quali erano le sensazioni pre-gara e come si fa ad archiviare una gara deludente?
«Ero già di morale perché so quanto valgo e che avrei potuto fare meglio di così, quindi c’era un po’ di tristezza. Però non sono una che si abbatte facilmente e sapevo che avrei potuto fare una bella gara oggi e ho cercato di sbollire nel giorno di riposo e guardare alle altre gare. La gara di oggi è la dimostrazione che ci sono e che posso fare bene»
Una gara perfetta forse sporcata da un solo errore proprio nell’ultima serie; in quel momento forse viene maggiormente fuori lo spirito grintoso di un’atleta matura agonisticamente e sicura delle proprie capacità.
«Il mio obiettivo di oggi era fare quattro zeri però ci sta, non pensavo in realtà alla medaglia a tutti i costi però se avessi sparato bene sapevo che avrei potuto farcela e purtroppo mi è scappato quell’errore. Poi ho sbirciato al teleschermo cosa che di solito non faccio, e ho visto che sbagliavano anche le altre e allora ho fatto il giro di penalità a testa bassa e mi sono messa a menare.»
Resilienza è forse un termine di cui spesso si abusa, ma che per Vittozzi è più che appropriato e forse è questo quello che i fan apprezzano di lei, e quando ogni volta viene nominata o inquadrata, i decibel dell’arena salgono più che con altre atlete.
«Non l’ho notato, però sono consapevole di avere tantissimi fan e questo mi fa piacere e questo pubblico è incredibile. Senti talmente tanto tifo che non senti quasi gli allenatori, però è bello, sono contenta.»