Biathlon | 10 febbraio 2024, 08:00

Biathlon - Lukas Hofer alla vigilia della sprint: "Sulla forma sono fiducioso, bisogna essere bravi a gestire l'arrivo al poligono"

photo credits - Federico Angiolini

photo credits - Federico Angiolini

NOVE MESTO - È un Lukas Hofer molto sereno quello che incontriamo nell’Arena di Nove Mesto alla vigilia della gara sprint a cui prenderà parte questo pomeriggio. Ormai veterano della squadra, torna ad una competizione iridata avendo partecipato a tutte le tappe di Coppa del Mondo in questa stagione, a differenza di quanto accaduto lo scorso anno quando il suo fisico lo aveva tenuto a lungo lontano dalle piste. Ecco perché, come conferma lo stesso carabiniere di Santo Stefano di Sebato, c’è tanta soddisfazione per essere presente a questo Mondiale, l’11esimo della sua carriera, proprio come per Dorothea Wierer.

«Se penso a qual era la mia situazione un anno fa al mondiale, dieci volte meglio qui, anche se fa caldo.» confessa «Non mi dispiace perché il freddo forte non è una delle mie condizioni preferite. Per quanto riguarda la pista il problema è secondo me uguale per tutti, bisogna solo adeguarsi»

In una condizione che è sembrata in crescita sugli sci nelle ultime tappe di Coppa del Mondo, gli chiediamo come si sente prima dell’inizio delle gare individuali.

«Sembra che vada bene fisicamente, ho svolto dei lavori quotidianamente, anche ad Anterselva ho lavorato bene e penso che se dovessi riuscire a mantenere la forma che avevo nella tappa di Anterselva secondo me sono messo bene. Poi però bisogna vedere le condizioni della pista e trovare la giornata giusta, lo sci giusto e bisogna sparare bene. Sulla forma invece sono fiducioso»

Una forma su cui possono essere indicatrici anche le prestazioni degli svedesi con cui Hofer ha condotto la propria preparazione estive sotto la guida del tecnico bavarese Johannes Lukas che, insieme ai tecnici azzurri, ha curato anche l’avvicinamento a questi Campionati Mondiale. Ecco perché ci è sembrato naturare chiedere un’opinione sui suoi avversari/compagni di allenamento estivo svedesi.

«Li ho visti molto bene. I maschi bene, le donne erano un po’ così così ma alla fine alla prima gara ci sta, con la tensione e tutto il resto, non è così facile. So che si sono preparati molto bene e stanno bene poi nel biathlon non si sa mai, ma se stanno bene loro è un bene anche per me, voglio proprio scoprire nei prossimi giorni il mio stato di forma»

Proprio perché è un veterano del circuito, abbiamo chiesto al 34enne altoatesino, data la sua grande esperienza nel circuito internazionale, di farci scoprire il poligono di Nove Mesto: le sue insidie, a suo dire, risiedono tutte nel processo di avvicinamento, difficile da gestire nel modo giusto.

«Questo poligono è molto tosto, perché si arriva da un falsopiano, solo che non ci si può smettere di spingere lì perché se interrompi sul ponte perdi un sacco di tempo visto che il poligono è lunghissimo e in effetti si deve cercare di tirare fin quasi verso la fine. Però bisogna essere bravi a gestire: se si va oltre poi al poligono si rischia di arrivare con le pulsazioni altissime, se si va sotto ritmo si rischia di perdere tempo. Bisogna trovare una via di mezzo.»

Infine una piccola battuta su una visita speciale che ha ricevuto a Nove Mesto, compagno di tante gare di Coppa del Mondo fino a quando nel 2022 non ha deciso di appendere la carabina al chiodo: Thomas Bormolini che, vista la sua relazione con l’ex biatleta ceca Puskarčíková – che presto lo renderà padre, è ormai di casa in Repubblica Ceca.

«Vedo che si gode già la vita! Sono contento di vederlo qui, è da agosto che non lo vedevo»

 

Giorgio Capodaglio, Federica Trozzi