Certo la sprint di ieri ha mostrato uno scenario insolito, con diverse atlete senza lo zero al poligono, alcune tra le pretendenti al podio addirittura con più di due errori, come ad esempio Tandrevold (3) o Haecki-Gross (addirittura 5 tra le due serie). Ad ogni modo, la sensazione generale è che, sebbene in pista il confronto sia impari, e le donne faticano a tenere il ritmo degli uomini, quando si tratta di tiro, le donne riescano ad essere più efficienti ed efficaci degli uomini. Grazie alla loro precisione, molte gare si decidono in pista e in questa stagione si vista una grande differenza tra i due sessi.
NRK ha intervistato diversi atleti in questi giorni a Nove Mesto, di entrambi i sessi, e sono tutti concordi su questa teoria.
«A volte ci rendiamo conto che la squadra femminile spara meglio di quella maschile senza che nessuno se ne accorga» confessa Ingrid Landmark Tandrevold a NRK.
Le prime dieci donne della Coppa del Mondo sono più precise di quasi il 6% nel tiro in piedi, rispetto ai primi dieci uomini. Nel tiro a terra, c’è una differenza del 2% a favore delle donne nelle gare individuali. Si tratta un divario importante, in una disciplina dove anche un solo errore può fare la differenza tra il successo e il fallimento.
Ma dove sta la differenza? Nella fisiologia? Nella preparazione? Secondo Emilien Jacquelin è tutta una questione caratteriale.
«Penso che sia tutta una questione di testosterone. Ne sono certo» ha detto il francese ridendo a NRK, che ha notato la grande differenza tra biatleti e biatlete per la prima volta durante il weekend di Coppa del Mondo a Ruhpolding. «Prima hanno gareggiato le donne che hanno sparato in modo costante e controllato. Poi sono arrivati gli uomini. I ragazzi sparavano velocemente e si vedeva che facevano a gara per vedere chi era più impavido»
Le parole di Jacquelin non sono state proprio queste, ma il linguaggio utilizzato non lascia spazio all’immaginazione sul fatto che per lui si tratta di una questione di competizione che va ben oltre quella puramente agonistica. «Credo che ci sia un problema. L’ego dei ragazzi è troppo grande».
Tarjei Boe, uno dei più precisi atleti della squadra norvegese, ammette che le donne riescono a mantenere più facilmente la calma e il sangue freddo al poligono rispetto ai loro colleghi uomini, limitando il numero dei bersagli mancati e gli uomini hanno ancora strada da fare da questo punto di vista.
«Lo si può vedere nella loro aura quando sparano, e credo che molte donne ce l’abbiano ora. Lo si vede nei loro occhi quando sparano, è bello. Noi ragazzi siamo un po’ più tremolanti con gli occhi e siamo smaniosi come cani randagi alla ricerca di cibo. Probabilmente dobbiamo calmarci un po’»
Diverse persone con cui NRK ha parlato hanno detto la stessa cosa: forse ci sono ragioni fisiologiche per le quali le donne sono più brave alla sbarra? I tecnici norge, Siegfried Mazet e Patrick Oberegger seguono, studiano e analizzano ogni singolo tiro effettuato dai propri atleti durante una stagione e sono arrivati ad una conclusione: le donne sono molto più calme, ma questo perché probabilmente, le dinamiche di gara in pista sono completamente differenti e le strategie devono adeguarsi alle circostanze, richiedendo agli uomini di prendersi maggiori rischi.
«Penso che le ragazze siano un po’ più tranquille dei ragazzi che sono sempre molto infervorati e molto offensivi. Ai miei atleti dico che va bene tirare molto velocemente ed essere offensivi, ma che dobbiamo anche imparare a tirare più lentamente e avere un buon controllo.»
Biathlon – Al poligono, le donne battono gli uomini sulla precisione. Tarjei Boe: “Le ragazze hanno un’aura quando sparano, lo si vede nei loro occhi”
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