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Sci di Fondo – Lamplot: “Entusiasmo alle stelle per Canmore e Minneapolis. Le assenze? È Coppa del Mondo, non possiamo gareggiare solo in Europa”

Dopo cinque anni, la Coppa del Mondo di sci di fondo torna in America del Nord, e lo fa passando sia dal Canada che dagli Stati Uniti di America. Se poi si guarda alle singole località, a Canmore non si disputa una gara di Coppa del Mondo dal 2016, mentre per trovare l’ultima a Minneapolis bisogna tornare al 2001. 
È evidente che i prossimi due weekend saranno importanti anche per rilanciare lo sci di fondo in un momento in cui gli Stati Uniti stanno ottenendo riscontri importanti, con la leader della classifica femminile – Jessie Diggins – e una Rosie Brennan che è al quarto posto. Il direttore di gara FIS Michal Lamplot crede che il pubblico nordamericano sarà entusiasta del ritorno della Coppa del Mondo: «Abbiamo avuto un inizio di stagione fantastico, da Ruka a oggi. Ci sono state delle grandi gare, dei test decisivi un anno prima dei Mondiali di Trondheim e un incredibile Tour de Ski. Ma la stagione è tutt’altro che finita e sentiamo già la felicità per gli eventi di Canmore e Minneapolis», queste le sue parole in conferenza stampa. «Abbiamo grandi aspettative per i prossimi eventi. Non vediamo l’ora di assistere al fermento che questi eventi in Nord America creeranno. L’ultima volta che siamo venuti in Canada è stato nel 2019 in Quebec. Dal feedback che sto ricevendo, l’atmosfera a Canmore e Minneapolis sarà alle stelle».
Il ceco ritiene che le assenze di diversi atleti scandinavi non influenzerà negativamente le tappe: «Ogni nazione decide cosa vuole fare. Stiamo organizzando una Coppa del Mondo, quindi non dobbiamo gareggiare solo in Europa, ma dobbiamo essere presenti in diversi continenti. Ovviamente questi viaggi sono più costosi di una tappa in Europa. Comunque, a Canmore saranno rappresentate 17 nazioni, con 78 atlete e 102 atleti nelle liste di partenza. L’affluenza è quindi molto buona e l’affluenza a Minneapolis si preannuncia altrettanto buona. Abbiamo messo insieme un blocco di sei gare in totale, quindi volevamo mettere insieme un programma che fosse impegnativo ma comunque accessibile per gli atleti. Onestamente, non so cosa avremmo potuto fare di più».
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