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Sci di fondo

Sci di fondo – Da Subiaco, in provincia di Roma, al titolo mondiale juniores: conosciamo Maria Gismondi, oro azzurro 35 anni dopo Belmondo!

È un giorno storico per lo sci di fondo italiano femminile, che ha conquistato la medaglia d’oro ai Mondiali Juniores grazie a Maria Gismondi, da Subiaco, provincia di Roma, località che anni fa regalò allo sci di fondo italiano già un grande atleta come Valerio Checchi. Un alloro che all’Italia mancava addirittura dal 1989, quando una “certa” Stefania Belmondo vinse ben due medaglie d’oro ai Mondiali Juniores di Vang, in Norvegia.

Un risultato che arriva a dare nuova linfa vitale allo sci di fondo italiano, soprattutto femminile, giunto per mano di un’atleta iper determinata, spesso anche “presa un po’ in giro” per la sua tendenza a volersi allenare sempre tanto, al punto che spesso deve essere quasi fermata. Una voglia di arrivare e una passione che Maria Gismondi ha sempre avuto, fin da bambina, quando nella sua Subiaco ha mosso i primi passi. Un grande potenziale, che si è sposato alla perfezione con la passione del Winter Sport Subiaco e di Giorgio Tognetti, che l’ha seguita e la segue ancora oggi ovunque, facendo mille sacrifici e prendendosi tanti giorni di ferie per seguire lei e gli altri giovani della località laziale.

Ovviamente, portare avanti l’attività nella provincia romana, soprattutto per motivi climatici non è facile, così Gismondi, su consiglio dei suoi allenatori e di Marco Selle, che l’ha presto presa sotto la sua ala protettiva anche quando era dt della nazionale azzurra, si è trasferita in Friuli Venezia Giulia, proprio al confine con la Slovenia, dove oggi ha vinto l’oro, in quella Tarvisio che è sede del Liceo Bachmann, seguita dal compianto Mariano Malfitana. Poi il tesseramento con le Fiamme Oro e il trasferimento a Moena, sempre a centinaia di chilometri da casa, dove a seguirla vi è stato proprio Marco Selle, ormai non più dt dello sci di fondo italiano, dopo essere stato maltrattato, come successo ad altri nello stesso ruolo prima e dopo di lui, in quella continua ricerca del capro espiatorio per tutti i problemi dello sci di fondo italiano. «Giorgio, ti presento la futura campionessa del mondo dello sci di fondo» mi disse proprio Marco Selle, a Forni Avoltri, in occasione del Summer Cross Country dell’estate 2018, presentandomi l’allora piccola quattordicenne romana. In fin dei conti, seppure nella categoria juniores, non aveva torto, il titolo mondiale è arrivato.

E proprio seguendo Gismondi ed altri giovani (vedi Martino Carollo, ndr) o atleti più esperti (Federica Sanfilippo), l’ex dt è tornato a fare ciò che più ha amato, allenare, seguendo lei ed altri giovani. Tante ore di allenamento, a volte anche invitandola a rallentare, perché fermare Maria è difficile, bisogna quasi frenarla, quando magari sotto la pioggia vuole fare quel giro in più.
Quindi il passaggio nella nazionale juniores e l’incontro con Matteo Betta e Stefano Corradini, subito bravissimi nel coglierne immediatamente il carattere, così come il dt del settore giovanile Paolo Rivero, capire come affrontarla, quando assecondarla e quando invece fermarla, seguendola passo per passo, consapevoli di avere tra le mani un’atleta di talento, da saper guidare nel modo giusto. Sono stati bravi anche a creare gruppo, cosa non sempre facile, unire le ragazze, far si che si incoraggiassero l’una con l’altra, e oggi lo si è visto con la gioia di Beatrice Laurent nel reggere la bandiera italiana sul podio. Un merito non da poco.

Il risultato è quello che si è visto oggi, uno splendido oro che è frutto del lavoro di tanti, oltre che del talento e della determinazione di questa ragazza del 2004 arrivata dalla provincia di Roma e da quel centro sud che ora festeggia, perché ha tanta voglia di essere una realtà consolidata dello sci di fondo italiana. Basta recarsi da quelle parti per capire quanto grande sia la passione, necessaria per andare avanti tra mille difficoltà, soprattutto climatiche. Noi lo abbiamo provato lo scorso anno in Abruzzo, in occasione della tappa della Coppa Italia di skiroll, toccando con mano una realtà che entra subito nel cuore. A proposito di skiroll, Gismondi non si è mai tirata indietro anche lì, ogni volta che è stata convocata dal dt Michel Rainer, raccogliendo sempre risultati di altissimo livello.
E ovunque, in ogni gara, che fosse di Coppa Italia o Campionati Italiani di sci di fondo, che fosse da Under 16, Under 18 o Under 20, che fosse di FESA Cup, oppure di Coppa Italia o Campionati Mondiali Mondiali di skiroll, lì a tenerle i bastoni, incoraggiarla a bordopista, correre da una parte all’altra del tracciato, vi è sempre Giorgio Tognetti, insieme ai genitori di Maria, papà Giuseppe "Pino" e mamma Rosaria, che dalla provincia di Roma viaggiano migliaia di chilometri al seguito della giovane campionessa del mondo.

E adesso? Ora bisogna fare in modo che Maria, così come le altre azzurre che bene hanno figurato oggi, possano rendere al meglio anche a livello senior. Il dovere della FISI e dell’attuale DA è quello di creare il clima giusto per aiutare ad emergere Gismondi e anche le altre azzurre di grande potenziale presenti oggi in squadra. L’oro mondiale juniores non è la certezza di una grande carriera in futuro, ma è senza dubbio la dimostrazione che di fronte c’è un’atleta di grandissimo talento. L’Italia non avrà più il bacino di una volta, ma oggi si è visto che atlete su cui lavorare ci sono, basta farlo nel modo giusto, come è stato fatto ottimamente dai tecnici della squadra juniores. L’imperativo è prima di tutto lasciarli lavorare tranquilli, nel clima giusto, nella serenità.

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