NOVE MESTO - Un Campionato mondiale è solo un banco di prova per gli atleti, che certamente mettono alla prova sé stessi contro i loro avversari nella lotta per ambire alle tre medaglie in palio ad ogni gara e affrontano l’appuntamento annuale più importante: un risultato positivo può rappresentare un punto di svolta per la propria carriera o l’affermazione e consacrazione definitiva. Eppure il mondiale è anche un momento importante nella vita lavorativa di chi è dietro le quinte, o meglio a bordo pista, il punto di arrivo di un anno di lavoro in cui raccogliere i risultati e dimostrare che il lavoro fatto con gli atleti è stato efficace e fruttuoso.
Lo sa bene Andrea Zattoni, tecnico azzurro della squadra maschile (e di Dorothea Wierer) che a Nove Mesto si trova ad avere degli atleti al via in dalla primissima gara e che, prima ancora di affrontare le sfide in pista, ha dovuto fare i conti anche con l’imprevedibilità del meteo che ha costretto gli atleti ad allenarsi fuori dalle piste.
Innanzitutto, avresti mai pensato di far allenare la tua squadra sugli skiroll prima di un mondiale?
«In parte sì e in parte no. Speri sempre di arrivare in una località in cui ci siano le condizioni per fare biathlon come siamo abituati a fare, dall’altra il fatto che avevamo portato gli skiroll significa comunque che in parte ce lo aspettavamo o per lo meno, che eravamo pronti a questa eventualità e ad affrontare una situazione del genere»
Parlando di aspettative: si parte subito con una gara in cui ci sono tre atleti che hai allenato direttamente. Come stanno?
«Tommaso sta molto bene fisicamente, Didier sto molto bene fisicamente, Dorothea devo essere sincero l’ho vista ogni giorno meglio. Alla fine lei fisicamente ha avuto un percorso negli ultimi due mesi che, come ho detto più volte, non lo augurerei a tante persone, e ha cercato di fare il massimo in linea con le indicazioni sull’allenamento che abbiamo cercato di prescriverle sulla base dei suoi feedback, quindi speriamo che riesca a fare qualcosa che sia, magari non al suo massimo livello perché quello sarà oggettivamente difficile, ma ad un buon livello che può essere già una buona prestazione per la squadra.»
E poi non dimentichiamo che una buona Dorothea in un individuale con uno zero può sempre essere pericolosa.
«Lì sicuramente può dire la sua però anche nella staffetta mista potremo fare bene e lo ha dimostrato anche ad Anterselva dove la sua condizione era particolarmente scadente quel giorno e difendendosi bene, portando a casa una buona prima frazione. Questa volta non farà la prima frazione perché toccherà ad un maschio però cerchiamo di fare il massimo.»
Quali sono le aspettative con questa neve bagnata e molle e con degli sci senza fluoro?
«È una condizione un po’ nuova per tutti, così quest’anno non l’abbiamo mai trovata da nessuna parte, quindi alla fine io penso che tutte le squadre si attrezzeranno al meglio che possono. Sicuramente oggi non hanno salato la pista perché era il primo giorno in cui era aperta ufficialmente per l’allenamento. Da una parte spero che anche per i prossimi giorni e soprattutto per le gare individuali tratteranno la pista con il solfato perché alla fine quel tipo di trattamento permette a tutti gli atleti di potersi esprimere al meglio, altrimenti i pettorali faranno troppo la differenza, anche perché non c’è escursione termica tra quando c’è il sole e quando va via.»