Endre Stroemsheim, biatleta norvegese classe '97, ha parlato in un'intervista ai canali ufficiali dell'IBU, raccontando diversi retroscena della sua vita da atleta e esplorando quella che è la sua prima vera stagione completamente dedicata alla Coppa del Mondo.
Stroemsheim esordisce parlando della forte rivalità che inevitabilmente fa parte dell'ambiente norvegese, dove il livello è quanto mai alto: “E’ allo stesso tempo estremamente vantaggioso e molto difficile essere norvegese. Abbiamo una squadra davvero forte, grandi tecnici. Tutto è il migliore al mondo, ma anche gli atleti sono i migliori al mondo. Devi competere contro gli altri e quindi quando fai bene ricevi un sacco di vantaggi, ma quando sei nel mezzo non ne ricevi nessuno. Quindi è una battaglia dura, ma sono molto contento di essere norvegese”.
Il norvegese si sofferma poi sulle emozioni della sua prima vittoria individuale in Coppa del Mondo, arrivata a Oberhof nell'inseguimento: “A Oberhof ero estremamente felice. Sono riuscito a godermelo, senza pensare subito alla gara successiva. All’ultimo giro quando Laegreid si è avvicinato sulla salita del Birx-Steig, mi sentivo molto bene e ho lasciato che mi raggiungesse. In cima alla salita stavo sorridendo, guardandomi intorno e godendomi la folla. Ho pensato ‘oggi è il giorno giusto’. Quando ci sono dei tifosi come quelli di Oberhof, rendono l’esperienza ancora migliore”.
Stroemsheim fa poi riferimento all'amicizia che lo lega in particolare a Johannes Dale-Skjevdal e Sturla Holm Laegreid, con cui ha condiviso tutto il percorso di crescita nel biathlon. “Abbiamo gareggiato contro per tutto il tempo, eravamo insieme nella squadra junior. Dale è arrivato molto presto in Coppa del Mondo e poi pochi anni dopo è stata la volta di Laegreid e anch’io volevo raggiungerli. Mi sono dovuto concentrare sulle mie gare in IBU Cup e adesso è il mio turno. Sicuramente loro hanno avuto dei risultati importanti ad un’età molto giovane. Ogni anno è una battaglia e i migliori hanno le migliori occasioni per primi. Ora è il mio turno e sono molto contento per questo”.
Molto interessante scoprire che l'ispirazione e lo stimolo per i suoi allenamenti, che si differenziano dalla maggior parte degli atleti, si legano a un altro sport. In particolare al pattinaggio di velocità: “Quando ho letto ‘How to skate’ di Nils Van der Poel (campione mondiale e olimpico, ndr) è stato sbalorditivo. Era qualcosa di completamente nuovo e mi ha parlato davvero. Ho pensato di dover tradurre quello che avevo letto nel biathlon ed è quello che ho fatto per gli ultimi 2 anni. In estate non faccio allenamenti di biathlon, faccio molti giorni di riposo e spendo molto tempo con i miei amici. Quindi vivo una vita più normale in estate, ma faccio anche allenamenti molto lunghi, fino a 10 ore di fila. Quindi è molto diverso in estate e poi a settembre e ottobre faccio molte sessioni al poligono”.
Con riferimento poi al suo tempo libero, il norvegese aggiunge: “In primavera mi piace fare sci alpinismo. Mi piace anche molto viaggiare e passare del tempo con i miei amici a Oslo. Cerco di godermi tutto in estate perché quando si avvicina la stagione c’è spazio solo per il biathlon. Quando non mi alleno stacco completamente e quando mi alleno sono completamente concentrato. Cosa farò a fine stagione? Festeggerò sicuramente. Penso sia importante divertirsi e godersi i momenti. Durante l’inverno non possiamo festeggiare, ma quando finisce la stagione è molto divertente farlo”.