Combinata - 03 febbraio 2024, 11:00

Combinata Nordica - Bjørnstad costretto ai farmaci contro la nausea: "Ho vomitato addosso agli altri"

Lo sport è fatica e il fisico può presentare il conto. Talvolta lo fa nei momenti più inopportuni, in gara. È il caso del combinatista norvegese Espen Bjørnstad, vincitore della medaglia d'oro ai Giochi di Pechino 2022 nella competizione maschile a squadre (insieme a Jens Lurås Oftebro, Espen Andersen e Jørgen Graabak).

Nel momento decisivo dei segmenti di fondo Bjørnstad è spesso costretto a rallentare per l'acidità di stomaco che gli provoca nel migliore di casi la nausea: «In cima all'ultima lunga salita, dove ti spingi al limite, spesso si presenta. È chiaro che non sia un momento bello», queste le sue parole a NRK. «Ho vomitato addosso anche alle persone e a me stesso, più volte è finito sui piedi degli altri».

«Se arrivi al punto di fermarti in gara, vomitare e poi riprendere, c'è un problema. Ci sono stati alcuni momenti in cui ho perso posizioni su posizioni perché è successo questo problema. Si tratta di una cosa fastidiosa con cui sto lottando da anni e che si presenta al culmine della fatica, nei momenti decisivi, diciamo dopo i 9 km», ha proseguito.

Per ridurre il rischio di vomito, Bjørnstad assume da tempo l'esomeprazolo: «I farmaci riducono la produzione di acido nello stomaco e impediscono che vomiti in gara». Al combinatista è stata diagnosticata una piccola ernia che, secondo il medico della nazionale Anders Heen, potrebbe essere alla base dei suoi problemi fisici, poiché favorirebbe l'afflusso di acido nello stomaco. Un problema che è possibile tenere sotto controllo, ma dopo dieci anni di farmaci si chiede quali possano essere gli effetti collaterali: «Alla fine avrà un effetto sul mio intestino e cose del genere. Poi mi sono chiesto se fosse giusto iniziare a capire come diminuire l'assunzione. Adesso lo prendo solo prima delle gare, ma da molti anni lo prendo tutti i giorni. Ora sto provando qualcosa di nuovo per non usarlo sempre. Dipende molto da ciò che mangi».