Sci di fondo | 01 febbraio 2024, 13:17

Sci di fondo - Norvegia in America con contingente ridotto. Diggins: "Da noi c'è chi ha un secondo lavoro per finanziarsi la stagione in Europa"

Foto credit: Newspower

Foto credit: Newspower

Non si placano le polemiche sulla decisione della Federazione Norvegese di portare un contingente ridotto alle tappe di Coppa del Mondo che si svolgeranno oltreoceano, tra Canmore, in Canada, e Minneapolis, negli Stati Uniti. Come ormai noto, a meno di cambiamenti dell’ultima ora, la Norvegia dovrebbe presentarsi in Nord America soltanto con atleti che fanno parte del gruppo rosso e quindi non pesano sulle casse della Federazione per il viaggio. Tra essi resteranno fuori atleti come Andersen, Dønnestad e Jenssen.

Attraverso le colonne di Dagbladet, alle critiche di Devon Kershaw, ha risposto Ulf Morten Aune, coordinatore della Federazione Norvegese di sci, lanciando una provocazione: «Probabilmente deve fare delle affermazioni che fanno scalpore per attirare spettatori al suo podcast. Sinceramente non ho commenti su ciò che dice, bisogna permettergli di pensare ciò che vuole».

Il direttore di gara della Coppa del Mondo, Michal Lamplot, ha affermato a Dagbladet: «Innanzitutto voglio dire che tutte le nazioni hanno diritto a scegliere cosa vogliono fare. È ovvio che mandate un contingente oltreoceano ha un costo maggiore rispetto a viaggiare in Europa, ma lo stesso possiamo dire degli atleti provenienti da USA e Canada che trascorrono gran parte della stagione in Europa. Ma come ho detto, ogni nazione ha il proprio piano e prende le proprie decisioni. Non è la prima volta che alcune nazioni non raggiungono la propria quota. È qualcosa che abbiamo visto per tutta la stagione».

Sicuramente c’è un po’ di dispiacere da parte degli atleti statunitensi, che si auguravano una risposta diversa da parte delle grandi nazionali, in particolare quella norvegese. Tra le righe, pur non lanciando critiche dirette, Jessie Diggins lancia un messaggio importante alle squadre europee. «È costoso, molti miei compagni di squadra hanno un secondo lavoro per potersi permettere di stare in Europa tutto l’inverno. Vedo molti sacrifici a livello personale e da parte della squadra per raccogliere fondi, perché adoriamo questo sport. Sfortunatamente essere in Europa per l’intera stagione costa un sacco di soldi. Vedo molti sforzi dietro le quinte. Molte persone tra club, famiglie e sponsor fanno molti sacrifici per gareggiare in Europa. È qualcosa che noi, Stati Uniti, Canada e Australia, dobbiamo gestire continuamente. Ci vuole molto lavoro. Ciò è tutto quello che ho da dire».

Diggins ha poi aggiunto: «Ormai sono da tanti anni che viaggio con tante esperienze diverse. A volte è difficile. Ho molta nostalgia di casa, mi mancano moltissimo mio marito e la mia faglia. E dormire nel mio letto, cucinare il cibo che voglio nella mia cucina, quando voglio. Lavare i vestiti sporchi ogni volta che vuoi è una cosa assolutamente incredibile. Negli hotel non è sempre così facile. Ma posso smettere quando voglio e sono ancora qui perché amo quello che faccio».

Più dirette le critiche, sempre su VG, di Ben Ogden: «Non so come funzioni il budget per Finlandia, Svezia e Norvegia. Ho parlato con un amico della squadra norvegese a cui non sarà permesso di viaggiare, anche se era disposto a pagarsi il viaggio da solo. Vorrei vedere il meglio nelle gare degli Stati Uniti e per fortuna molti dei migliori verranno comunque qui. Voglio mostrare gli Statu Uniti agli amici che ho conosciuto nel corso della Coppa del Mondo».

Secondo quanto appreso da Fondo Italia, la squadra azzurra dovrebbe recarsi negli Stati Uniti con una decina di atleti. Un numero anche considerevole, se si pensa che nelle quattro tappe scandinave di inizio stagione, l’Italia si è presentata con nove atleti, mentre a Gällivare gli azzurri erano otto. Nel 2019, quando la Coppa del Mondo di concluse in Canada, in quel caso a Quebec City, il contingente azzurro era composto da nove atleti (quattro uomini e cinque donne). Addirittura, nel 2016, l’Italia si presentò con appena sei atleti (tre uomini ed altrettante donne). Insomma, la squadra azzurra sembra avere grande rispetto per la doppia tappa nordamericana.

Giorgio Capodaglio